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Totti? Del Piero? C'è solo un Capitano...

di Guglielmo Cannavale

Totti di qua, Del Piero di là. Negli ultimi 10 minuti di Roma-Udinese e Juve-Lazio i capitani hanno deciso di pensarci loro a portare a casa i 3 punti. E i titoloni, le prime pagine e gli elogi sono tutti per loro: immortali, leggendari, unici. Tutto giusto, per carità. Totti e Del Piero sono le bandiere di Roma e Juventus, hanno fatto la storia del calcio italiano e hanno una tecnica fuori dal comune. Ma forse si stanno dimenticando qualcuno. Forse si stanno dimenticando un certo Javier Zanetti. 

Gli interisti, però, non se lo dimenticano mai. Anzi, se lo godono e lo applaudono a ogni partita. Ieri, contro il Siena, è stato un tripudio. Zanetti c'è sempre: in ogni ruolo, con ogni clima, ma con la stessa maglia. E dà sempre il suo contributo. Quando c'è da festeggiare un traguardo importante o una partita decisiva, poi, si esalta ancora di più. Ieri non era una partita decisiva, ma il Capitano aveva un traguardo eccezionale da celebrare: 570 partite in Serie A. Qualcosa di più di un semplice numero: Zanetti ha eguagliato il grande Dino Zoff, portandosi al terzo posto della classifica di tutti i tempi. Neanche a dirlo è il primo straniero: davanti a lui ci sono soltanto Maldini e Pagliuca.

Totti e Del Piero sono alle sue spalle e non lo raggiungeranno mai. Il capitano della Roma è a quota 496 in Serie A, Alex a 509. Totti è classe '76, Del PIero '74, ma Javier Zanetti addirittura è del 1973. Eppure, a vedere le statistiche, non si direbbe: in questa stagione Zanetti ha giocato un totale di 3686 minuti. Totti è fermo a 1914, Del Piero addirittura a 719. Il Capitano non ha rivali e continua a macinare record: dopo le mille partite e i 570 gettoni in Serie A, nel mirino ci sono le 800 presenze in maglia nerazzurra, da raggiungere entro la fine dall'anno. Qualcosa di epico, di inimmaginabile. Nell'Inter ci sono tanti senatori, la rosa è da ringiovanire. Tutto giustissimo, anzi bisognerebbe cominciare da ora. Ma a Javier Zanetti non si può rinunciare, sarebbe da folli. Dove lo troviamo un altro così? Uno che in un Inter-Siena di metà aprile ti fa delle discese come quelle di ieri, uno che nel derby ha preso per mano la squadra e l'ha trascinata alla vittoria, uno che ci mette la faccia sempre, quando si vince e quando si perde. Non è riconoscenza questa, perché se così fosse dovremmo pensare a quando sollevò la Champions, a quando fermò Messi e alle quasi 800 partite in cui ha onorato la maglia nerazzurra. E' solo un dato di fatto: l'Inter quest'anno ha fatto certamente fatica, ma Zanetti è risultato quasi sempre uno dei migliori. A uno così non rinuncia, mai.


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