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Traghettatore? Ecco perché sarebbe meglio di no

di Domenico Fabbricini

In queste ore si fa un gran parlare della possibile nuova guida tecnica dell'Inter, i nomi sono ormai ridotti a 4-5: Capello, Spalletti, Leonardo, Zenga, Baresi-Figo. Tra questi si distingue tra i cosiddetti traghettatori e i tecnici più esperti, con cui poter intraprendere un nuovo progetto a lungo termine. Partendo dal presupposto che, fino a contraria comunicazione, Benitez è ancora l'allenatore dell'Inter (lui stesso ieri si è detto stupito delle notizie apparse sui giornali e si rimetterà al lavoro non appena rientrato dalle ferie), anche se non si sa ancora per quanto (dalle sue dichiarazioni a caldo da Abu Dhabi traspariva chiaramente una insofferenza e la cautela di Moratti lascia intendere che a qualcosa sta pensando), se come appare scontato il presidente Moratti dovesse optare per un cambio al timone, la mia speranza è che non scelga un traghettatore, ma un tecnico con cui imbastire un discorso serio e programmato.

E spiego anche il perché: un traghettatore è utile quando si è a fine stagione, quando la squadra non ha più nulla per cui lottare e deve solo pensare a finire alla meno peggio l'annata, per poi ripartire con un nuovo progetto nella stagione succesiva. Ma qui siamo ancora a dicembre, c'è un girone di andata da finire e uno di ritorno ancora da iniziare, la squadra è in corsa per tutte le competizioni e può ancora vincere tutto. Perché prendere un traghettatore quando si può riprendere il ciclo vincente già ora, partendo proprio dalla spinta motivazionale del Mondiale per Club? E' chiaro che, se non ci fossero i presupposti e i tempi tecnici ora per prendere contatti con un tecnico di valore già impegnato su un'altra panchina, si dovrà per forza di cose ripiegare su una soluzione alternativa, ma sono sicuro che, se cambio ci dovrà essere, il presidente si orienterà verso un tecnico col quale instaurare da subito un ottimo feeling e col quale costruire nuovi trionfi. Da subito.


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