Una giornata particolare
C'erano tutti i presupposti affinché la sfida al vertice tra Inter e Juventus si potesse trasformare in un acceso "dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo" pallonaro: fra l'inzaghiano giochista e l'allegriano risultatista. Almeno all'interno dei confini peninsulari. Un po' come il dialogo escogitato 4 secoli fa - con le dovute proporzioni - dal sommo Galileo Galilei per dissertare sul sistema eliocentrico copernicano e su quello geocentrico tolemaico: ossia, rispettivamente, col sole o la terra al centro dell'universo, così come ora il gioco o il risultato. Stavolta, però, senza che nessuno alla fine fosse costretto ad abiurare il proprio credo calcistico. Anche perché, per fortuna, la Chiesa - con o senza articolo... - non ha avuto nessuna voce coercitiva in capitolo. Da stendere, invece, un velo pietoso su chi aveva cercato di seminare zizzania narrativa, tipo col "Grande Slam" titolato dal Corsport di sabato, spudoratamente mistificatorio perché a ricalco della tesi allegriana con l'Inter in versione Djokovic e la Juve nei panni di Sinner. Quando, semmai, la sfida tra il vecchio che cede il passo ed il nuovo che avanza potrebbero essere sì personificati da quei 2 tennisti, ma con ruoli esattamente invertiti. Eppoi non era mica facile individuare un degno estensore contemporaneo di quel dialogo. Anche perché - stante il medievale proverbio lucchese secondo cui è "Meglio un morto in casa che un pisano all'uscio" (con Galilei, ahilui, che pisano lo nacque, ma risultava trapassato da un po'...) - bisognava pure scongiurare il dannato pericolo di un'eventuale candidatura non richiesta. E quella di taluni di svegliare l'umarell di Fusignano dal suo torpore senile era tutto fuorché una buona idea... Cosicché, in attesa di quel galantuomo del tempo necessario per trovare un degno alter ego di Galileo, si è cercato almeno di far tesoro del suo rigoroso METODO SCIENTIFICO. E non ci voleva certo il cannocchiale da lui perfezionato per scorgere da lontano le avvisaglie dell'imminente disfatta bianconera, che poi solo una sconfitta striminzita ha nascosto nelle proporzioni. E allora:
● Era SCIENTIFICO che una squadra, quella nerazzurra - con una differenza reti di +41, la migliore fra i team di vertice dei 5 top campionati europei - scaricasse con ponderazione tutta la sua potenza di fuoco su una difesa rivale finora comunque guarnita, ma sottoposta giammai a cotanto pericolo. Col baldo portiere polacco a cercare di salvare baracca e burattini;
● Era SCIENTIFICO che non potesse essere altro che un pur ipotetico refuso giornalistico l'aggettivo usato da BREMER nel rispondere alla domanda se pensasse mai che avrebbe potuto giocare all’Inter: "(...) Sono dalla parte guasta", non "giusta", avrebbe forse voluto dire il brasiliano. Per via di tutte quelle ferite (in termini di risultato, autostima e di riposizionamento) che ora sarà costretto a leccarsi;
● Era SCIENTIFICO che se una squadra fosse riuscita a 'sbolognare' nella Serie B inglese un esubero purtroppo incline agli infortuni (Sensi al Leicester in Championship) mentre invece un'altra acquistava nella stessa divisione un emerito semisconosciuto - accettandone la stravalutazione addirittura sopra i 50 milioni di € (tal Alcaraz dal Southampton per 3,9 milioni di prestito e ben 49,5 di riscatto) - i fessi non sarebbero certo stati i nerazzurri. Solo che all'ultimo ci si son messe in mezzo non meglio precisate problematiche di natura burocratica (maledetta Brexit con le sue pastoie per il permesso di lavoro da rilasciare al comunitario Sensi o maledetto FFP con i suoi paletti finanziari). Ed allora si potrebbe anche argomentare che fosse SCIENTIFICO che potesse ricorrere la seguente parafrasi: chi di Samardzic ferisce, di Sensi perisce...;
● Era SCIENTIFICO che un ex nerazzurro come Vieri - sfidando sfacciatamente la sorte con certe sue affermazioni "(...) alla Juve non fai mai gol: ha una difesa di ferro e puoi stare 3 giorni davanti alla sua area senza riuscire a segnare. Poi, con i contropiedisti che ha, un gol lo fa sempre" potesse finire sbugiardato, non contemplando affatto l'ipotesi del 'fuoco amico', materializzatasi in appena 96 minuti: altro che 72 ore! Ed allora è proprio vero: non ci sono (quasi) più gli ex interisti di una volta. Di quelli che si abbeveravano alla fonte di Peppino Prisco;
● Era SCIENTIFICO che le parole dell'ex calciatore Billy Costacurta alla vigilia di Inter-Juve ("Il problema è che la Juve è brava ad anestetizzare le avversarie, non ho mai visto l'Inter anestetizzata come all'andata") fossero di un osservatore a dir poco confuso per aver - con tutta evidenza - scambiato l'altrui cloroformio per una mirata strategia confezionata da Mister Inzaghi;
● Era SCIENTIFICO che certe anime pagelliste della rosea - disoneste intellettualmente - la facessero scadere ulteriormente da Gazzetta a Barzelletta dello Sport. Con quella stolta insufficienza - fra le altre - comminata a Dimarco (5) a fronte, invece, di un 6,5 nella pagella di Tuttosport e di un 7 pieno nei voti del Corsport. Così come è da valutare SCIENTIFICAMENTE la franchezza di giudizio su Sommer (n.g.) del quotidiano torinese: l'unica delle 3 testate sportive a certificare - col suo non voto - la completa inoperosità del portiere svizzero;
● Era infine SCIENTIFICO che il primo a pagare dazio con la squalifica di 1 turno fra Inzaghi ed Allegri fosse proprio il tecnico piacentino per una serie di normali proteste di campo o di banali fuoriuscite dall'area tecnica. Mentre invece la sfilza di intemperanze generiche (quasi) sistematiche, gli inverecondi strip-tease ed il gergo oxfordiano del collega livornese sono valutati, da sempre, come contegni appropriati e dialettica buona e giusta.
Per tornare, in chiusura, alla durata di quel famoso dialogo sui massimi sistemi di Galileo - che si articolò in 4 giorni - nella fattispecie pallonara, bisognerà invece attendere fino 4 mesi per accertare la definitiva bontà della tesi inzaghiana. Chissà, però, se sarà una di quelle - la fattispecie - contemplate da certi ex arbitri, ora riciclatisi come varisti televisivi. Con risultati del tutto opinabili (eufemismo!). Tanto per non far nomi: Bergonzi e Marelli...
Orlando Pan