.

Kevin-Prince Boateng, la 'roccia' delle Black Stars

di Christian Liotta

Fino a pochi giorni prima dell'avvio del Mondiale sudafricano, di Kevin Prince Boateng si sapeva poco; forse era più noto per i contrasti col fratellastro Jerome, difensore della Nazionale tedesca (e alla base della rottura c'è il brutto fallo col quale ha tolto a Michael Ballack la possibilità di partecipare alla Coppa del Mondo), che ha scelto di vestire la maglia della nazione nella quale è cresciuto, mentre Kevin, pur essendo nato a Berlino e avendo fatto tutta la trafila delle giovanili della Germania, al momento di passare nelle nazionali maggiori ha scelto quella d'origine, il Ghana. Ma adesso, sta facendo molto parlare di sé, e in termini entusiastici, questo roccioso mediano di 23 anni che si sta rivelando essere uno dei trascinatori delle 'Black Stars' che in Sudafrica stanno tenendo altissima la bandiera del Continente Nero. Il suo gol agli Stati Uniti, un capolavoro per potenza e sagacia tattica, mostrata nell'abilità con la quale è riuscito a soffiare il pallone all'ingenuo Clark, ne è la prova.

Kevin Prince, come detto, è nato a Berlino, ed è cresciuto in uno dei quartieri più difficili della capitale tedesca, Wedding, dove, come lui stesso ha affermato più volte, le strade percorribili per un giovane sono solo due: quella del calcio o quella della droga. Lui, per fortuna, decide di stare lontano dalle cattive tentazioni. Entra nelle giovanili dell'Hertha, dove troverà anche il fratellastro Jerome nato un anno dopo, fa tutta la trafila fino ad arrivare in prima squadra. Nel 2007, passa al Tottenham, ma la sua parentesi negli Spurs non sarà particolarmente fortunata. Nel 2009, passa in prestito al Borussia Dortmund; sei mesi, prima di trasferirsi al Portsmouth: buon campionato, che però non basterà ad evitare la retrocessione dei Pompey. Nel maggio 2010, KP accetta la chiamata di Miroslav Rajevac, ct del Ghana, che lo inserisce tra i 23 del Mondiale. Parte in sordina ma cresce esponenzialmente; contro la Germania, la squadra di Jerome, è uno dei migliori dei suoi, contro gli Usa negli ottavi di finale trova la rete del vantaggio.

Giocatore completo, che sa unire qualità a spirito di sacrificio, spesso si fa notare per il suo atteggiamento irruento (forse non a caso è soprannominato 'bad boy') ma ha bei numeri; soprattutto, adora cercare la giocata ad effetto per 'scatenare' il pubblico (per questo adorava Pelé e Rivaldo). Insomma, un giocatore dal sicuro avvenire, di cui sentiremo parlare a lungo.


Show Player
Altre notizie