Thiago Alcantara, canterano un po' italiano
Che fosse uno dei giovani più interessanti tra quelli che il Barcellona sforna a getto continuo negli ultimi anni, era cosa ben nota a tutti. Ma nella finale dell’Europeo Under 21 contro la Svizzera, ha forse regalato la diapositiva più bella della sua carriera sin qui: una punizione a effetto capace di sorprendere tutti, in primis il portiere elvetico Sommer, pizzicato fuori dai pali e puntualmente castigato con quella bordata incredibile che ha suggellato l’ennesimo successo della Spagna a livello sportivo con la conquista dell’Europeo giovanile. Di Thiago Alcantara, 20enne centrocampista del Barça, si dice un gran bene da anni, e ora, dopo la vittoria in Danimarca, è definitivamente pronto a esplodere.
Alcantara è un talento spagnolo ma con sangue brasiliano nelle vene e passaporto italiano, essendo infatti nato in Puglia, anche se ormai si sente cittadino iberico a tutti gli effetti; è figlio di Mazinho, difensore con un passato con le maglie di Lecce e Fiorentina. Ha legato tutta la sua carriera agonistica al club catalano. La strada verso l’affermazione la intraprende, manco a dirlo, grazie a un’intuizione geniale di Pep Guardiola, che in lui ha intravisto il clone ideale di Xavi Hernandez, per caratteristiche fisiche e tecniche. Esordirà tra i professionisti con Frank Rijkaard, ma sarà ancora Guardiola a fargli muovere i primi passi veri nel calcio professionistico, con tanto di esordio in Champions League contro il Rubin Kazan.
Thiago fa della velocità di esecuzione, che spesso causa grattacapi non indifferenti ai suoi avversari, e della ottima visione di gioco i suoi punti di forza, insieme agli interventi in tackle. Bravo anche nel puntare l’uomo, sa anche creare superiorità numerica e regalare giocate di fantasia. Alcantara da anni è sui taccuini di tanti club europei, ma il Barcellona è stato sempre capace di respingere gli assalti arrivati soprattutto dall’Inghilterra, e l’anno scorso, per consentirgli di maturare ancora nel gruppo blaugrana, ha declinato anche la richiesta di prestito di Albert Ferrer per il Vitesse. Anche se adesso potrebbe essere il momento per lui di misurarsi con una realtà diversa da quella spagnola (anche se ha dichiarato di non volere in alcun modo lasciare la casa madre Barça), magari in quella Roma che quest’anno sarà affidata a Luis Enrique, suo tecnico nel Barcellona B.