A lezione dal prof. Volpi. Il medico dell'Inter alla LIUC: "I cinque cambi mia intuizione. Ho anche altre proposte"
Fonte: IlBustese.it
Il medico sociale dell'Inter Piero Volpi è stato protagonista quest'oggi a Castellanza di una lezione particolare presso l'Università LIUC. Volpi ha incontrato gli studenti per un corso tenuto in collaborazione con la Clinica Humanitas, nel corso del quale ha spiegato ai ragazzi l’importanza della prevenzione degli infortuni sportivi e quanto essi, nel calcio moderno, siano correlati al costante stress fisico a cui gli atleti si sottopongono. "Oggi la componente fisica equivale a quella tecnica, adesso gli sport sono tutti fisici. Quindi, la cura del corpo equivale a quella tecnica, bisogna saperlo curare a 360 gradi. La prevenzione dei traumi è la cura dello sportivo, deve essere questo lo scopo del medico dello sport: prevenire", ha affermato Volpi.
Sempre Volpi ha precisato come i fattori di rischio di un infortunio siano molteplici, ma sicuramente determinanti nel calcio moderno sono "le molteplici partite, che non permettono ai giocatori di allenarsi abbastanza". L'esempio pratico è stata l'analisi di una parte di calendario dell’Inter nella scorsa stagione, che si è ritrovata a giocare tre gare in una settimana: "C’è stata la possibilità di un solo allenamento e qui allora entra in gioco il turnover". Partendo da un dato legato alla Premier League, dove l'80% delle lesioni del crociato è diventata quasi da stress, in quanto frutto di movimenti alterati dalla fatica o dalla non preparazione, il responsabile dell'area medica nerazzurra ha affermato di aver proposto, nel 2017, una modifica al regolamento recepita qualche anno dopo in via sperimentale e diventata definitiva: "Le cinque sostituzioni, che sono state poi introdotte in epoca pandemica e non sono state più tolte. Altre mie proposte sono andare a incidere sui calendari delle nazionali, durante la sosta di 15 giorni passi a un altro staff che non ti segue allo stesso modo, si potrebbero mettere a inizio o fine campionato. Un'altra è ridurre il numero di squadre".
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