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Asamoah ripensa all'Inter: "Mi hanno trattato bene, le cose sono peggiorate al 3° anno. Conte? Non sono il tipo che si lamenta, io corretto col club"

di Mattia Zangari

Free agent dopo l'esperienza all'Inter, Kwadwo Asamoah è determinato a continuare a giocare ai massimi livelli in Europa, rinviando a data da destinarsi il suo ritorno in Ghana, quando potrà seguire l'esempio del suo connazionale ed ex capitano Asamoah Gyan che ha firmato per il Legon Cities. "In futuro, non mi dispiacerebbe giocare in Ghana, ma non è il momento giusto per farlo - ha spiegato a BBC Sport Africa -. Ho parecchi anni davanti a me per giocare in Europa prima di prendere in considerazione una scelta del genere. Per me significherebbe tornare e sostenere il calcio ghanese, incoraggiare i giovani, condividere con loro le mie esperienze in Europa e dare qualcosa in cambio. So che guarderebbero un giocatore come me e sarebbero desiderosi di imparare; potrei aiutarli con la mia esperienza, mostrare loro ciò che è necessario e incoraggiarli. Questo potrebbe anche ispirare altri giocatori che sono in Europa ora a tornare in patria e aiutare. Potremmo essere modelli per loro".

Nonostante la sua carriera sia in stallo da mesi, quando si è reso conto che non faceva più parte dei piani di Antonio Conte, il giocatore è rimasto ottimista e fiducioso di poter proseguire la sua vita calcistica: "Sono il tipo di ragazzo che non si lamenta anche quando non gioca. Preferisco sostenere i miei compagni di squadra perché voglio vincere. Ovviamente vorrei giocare anch'io, ma non andrei a dare fastidio, né andrei a chiedere al mio allenatore perché non mi lascia giocare. Preferisco spingere me stesso e sostenere la squadra".

Dopo sei mesi in attesa dell'occasione giusta, Asamoah ha dovuto ripensare al suo futuro. "All'inizio della mia terza stagione nell'Inter ho visto che le cose andavano gradualmente peggiorando e la cosa migliore da fare è stata concentrarmi sul continuare (altrove ndr) la mia carriera. Avevo ancora un contratto e volevo assolutamente essere corretto con l'Inter. Tutti lì mi hanno sempre trattato molto bene, la società, la dirigenza ei miei compagni mi hanno sempre supportato. Sapevano che avevo sempre dato il massimo e mi stavo allenando duramente ogni giorno, quindi, quando ho spiegato loro la mia situazione, mi hanno capito. Ci siamo messi d'accordo e mi hanno lasciato andare senza problemi".

Asa, infine, parla così dell'Italia, lui che ha giocato nell'Udinese e nella Juve prima di trasferirsi in nerazzurro: "E' una seconda casa per me e quando penso alla mia carriera non posso che pensare alla Serie A. Ho giocato lì 12-13 anni, in pratica ho passato più tempo lì che nel mio Paese! Durante la mia carriera ho avuto molte opportunità di andare nel Regno Unito o in altri Paesi, ma mi sono adattato bene in Italia, dal calcio allo stile di vita, e questo ha complicato un mio eventuale addio. Mi sento a casa qui e voglio restarci anche dopo la fine della mia carriera". 


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Lunedì 16 dicembre