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Barella: "Io calciatore per merito di mia madre. Stankovic il mio idolo, che bello quel 2-1 al Napoli"

di Redazione FcInterNews.it

Il centrocampista dell’Inter Nicolò Barella ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali della Pirelli. È stata l’occasione per il sardo per raccontare la sua passione per il calcio e spiegare come e in che momento è nata.

Com’è nata la tua passione per il calcio?
“Me l’ha trasmessa mio padre. Abbiamo guardato sempre le partite insieme, ma devo dire che mia madre ha giocato un ruolo fondamentale perché mi ha permesso di coltivare la mia passione, portandomi agli allenamenti e allo stadio”.

Per chi fai il tifo?
“Come chiunque sia nato e cresciuto a Cagliari è quasi ovvio tifare per la squadra della nostra città. C’è un senso di appartenenza che vince ogni cosa”.

Dove hai iniziato a giocare?
“Ho cominciato molto giovane, a tre anni e mezzo, a Cagliari, alla Scuola Calcio Gigi Riva dove l’istruzione e gli aspetti sociali sono importanti quanto il gioco del calcio stesso. Ho giocato lì fino all’età di nove anni quando sono stato promosso al Cagliari”.

Chi era il tuo idolo quando eri ragazzino?
“Il mio idolo è sempre stato Dejan Stankovic per il modo in cui giocava e interpretava le partite. Oltre al talento, lui metteva sempre passione e dedizione in campo. Per lui, non era mai finita fino all’ultimo istante”.

Guardavi le partite allo stadio?
“Ho iniziato a seguire le partite con entrambi i miei genitori. Poi appena sono cresciuto, ho iniziato ad andare con i miei amici finché i miei impegni con il calcio me l’hanno permesso”.

Seguivi la squadra in trasferta?
“No, mai perché giocavo ogni weekend e saltare una partita era semplicemente impossibile”.

Hai mai chiesto autografi ai giocatori?
“Sono sempre stato molto timido e chiedere un autografo a qualcuno mi dava fastidio. Siccome ero timido e perché non volevo disturbare, non ho mai chiesto un autografo a nessuno”.

Quale gara è impressa nella tua memoria?
“Il ritorno del Cagliari contro il Napoli, 2-1. È stata una partita meravigliosa perché il Napoli stava vincendo due a zero, forte di un gol segnato da Hamsik all’inizio del secondo tempo. Ma nel recupero, quando stavamo per perdere, Matri ha segnato al 93’ e poi Conti al 94’ ha ribaltato il risultato. Quell’anno lo Scudetto è stato vinto dall’inter di Mourinho, mentre il Cagliari si è salvato arrivando sedicesimo”.

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