Bergomi: "Prevedibili gli addii pesanti. Ora non bisogna fare un errore"
di Alessandro Cavasinni
Sanguinose cessioni e poi due giorni di botti: ha capito che cosa sta succedendo all’Inter?
"Non è una sorpresa per me questa estate pazza: se Oriali fa certe dichiarazioni dopo lo scudetto e poi va via Conte, è chiaro che ti aspetti di perdere altre pedine importanti. Che Hakimi fosse destinato a partire si era capito subito e, anche su Lukaku, era prevedibile un assalto di una big di Premier: come ci si può illudere di resistere a certe cifre? Ora, però, assistiamo ai primi acquisti".
E ora i due acquisti bastano a cambiare l’umore dei tifosi?
"Possono tamponare e questo è già qualcosa, ma dopo mi aspetto un’altra punta. Se a destra hai preso un profilo perfetto per il gioco di Inzaghi come Dumfries e Dzeko è una garanzia a certi livelli, ora serve un attaccante... diverso. Dzeko e Lautaro sanno lavorare bene la palla, andare incontro, difendere, ma cosa manca a loro? La profondità. Nessuno fa gli strappi devastanti di 30 metri di Lukaku. Questo reparto va completato con un giocatore che corra in avanti".
Restando a Dzeko, come si convive con una eredità così pesante come quella di Lukaku?
"È sbagliato fare qualsiasi tipo di paragone. Lukaku era dominante, un leader carismatico, un punto di riferimento totale. A Dzeko non si chiede di avere lo stesso status, ma i 35 anni non sono per lui un problema: io penso che sia serio, stia bene, sia fisicamente che mentalmente, e che possa giocare con continuità. Aggiungo, però, che da solo non può bastare".
E di Dumfries per il dopo Hakimi?
"L’ho visto in un Psv-Inter e ricordo proprio che dissi: questo è forte davvero. Anche in questo caso non bisogna pensare che sia un doppione di Hakimi, ma in quella posizione non si poteva fare scelta migliore".
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