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Bonolis: "Il Triplete e il non essere stati in B valgono 30 Scudetti. Dopo l'ultimo derby vinto ho baciato Zhang"

di Christian Liotta

Tocca a Paolo Bonolis rispondere alle domande di curiosi e tifosi nel corso dell'appuntamento odierno di Casa Sky Sport, con la presenza in studio anche di Fabio Caressa:

Ti preoccupano le voci su Lautaro Martinez via?
"Sono tante cose che prendono corpo in queste situazioni. In primis la volontà del calciatore, poi la contropartita che si può ottenere. Se cedere Icardi e Lautaro portasse soldi da investire in giocatori forti tanto quanto quelli venduti, si deve vedere cosa succederà. Si sono ammainate tante bandiere, sta agli strateghi del mercato individuare dove investire per rinforzare la squadra".

Un ricordo di Bersellini e dell'Inter 1979-1980.
"E' stato un grande allenatore, che ha messo il suo modo di essere nella squadra. E' un periodo in cui viviamo di passato sperando di riappropriarci del presente che sappia di futuro, vediamo partite vecchie sperando di poter rigustare di nuovo il calcio. Ricordo l'esordio di Ivano Bordon: era un bimbo, entrò per sostituire il titolare in una partita di Coppa e fece i numeri. Da lì capirono quanto potesse essere importante".

Un parere sulla ripresa del campionato.
"Bisogna capire cosa potrà accadere quando si ricomincerà. Non saprei fare previsioni sul dopo, perché sarà particolare la ricerca sulla ricostruzione fisica e psicologica dei calciatori, le cose potrebbero essere diverse quando si ricomincia".

La partita più bella mai vista dell'Inter a San Siro?
"Non ne ho viste tantissime, però mi sono spostato spesso. Del passato ricordo Inter-Roma col gol di Djorkaeff che mi fece diventare pazzo o Inter-Milan vinto con il gol di Adriano allo scadere. Però ricordo bene l'ultimo derby vinto 4-2 dopo che eravamo sotto 2-0 all'intervallo; ho baciato Steven Zhang dopo la vittoria. E' stato un momento di cuore. Anche se sarebbe stato meglio baciare la sorella...".

Il giocatore dell'Inter che hai apprezzato di più?
"Ce ne sono stati tanti e prestigiosissimi, da piccolo mi godevo Domenghini, Mazzola coi suoi dribbling, le traiettorie di Suarez. E poi Rummenigge, Ronaldo, una marea... Ma per come ho giocato io nella mia miseranda carriera di dilettante il giocatore che mi ha sempre affascinato è Esteban Cambiasso, perno perfetto di costruzione del gioco e di finalizzazione".

Il tuo ricordo di Baggio?
"Baggio è etereo. Il campione non si discute, ricordo il gol in Juve-Brescia con uno stop a seguire di una bellezza rara, che se ci provo io mi ritrovo al traumatologico per sei mesi. Ma la cosa che mi colpiva era la sua capacità di investire energia e rabbia nella partita, ma al contempo di stare un metro sopra i sentimenti, la sua delicatezza. Si vedeva più l'anima del corpo, e questa cosa mi ha sempre colpito tantissimo".

Come avresti vinto Mancini all'Inter da giocatore?
"Benissimo. Del resto Moratti lo ha voluto per parecchio tempo, poi le cose non sono andate come dovevano andare. Però con noi ha vinto tre Scudetti da allenatore".

Sull'assenza del fantasista nel calcio di oggi.
"Il calcio di oggi è fisico, ma manca sempre il calciatore di fantasia, all'Inter in particolar modo, che sa ribaltare gli schemi".

Eriksen può diventarlo?
"Se lo lasciano essere ciò che può essere, se deve correre appresso agli avversari facendo avanti e indietro diventa difficile per lui trovare la lucidità per trovare la sua visione di gioco". 

Inter da Scudetto quest'anno?
"Me lo auguro, sarei felice. Bisogna rivedere quando ripartiamo se i progetti dei professionisti non distoglieranno l'attenzione dalla difesa della maglia". 

Come immagini Conte che segue da casa i giocatori?
"Deve essere inquietante per loro vedere questa figura sul pc, però se loro accettano e amano Conte come so che fanno non possono non prendere in considerazione questa volontà di permeare ogni aspetto della loro esistenza".

Cosa hai provato nella notte di Madrid?
"Io ero nel Vermont perché mia figlia aveva individuato quel giorno per laurearsi... Sono riuscito a trovare un bar di tedeschi e ho visto la partita lì. Ero felicissimo ma sembravo molto Nino Manfredi in 'Pane e Marmellata', i cagnacci dei miei amici a Madrid mi mandavano le foto. Devo dire che mi sono commosso anche quando il Milan ha vinto la Champions. La gioia è la bellezza dello sport, per questo amo molto le Olimpiadi". 

Griezmann per Lautaro?
"Dipende dalle volontà di Antonio Conte. Griezmann è un attaccante di movimento, c'è una differenza di età importante che fa così che valga più Lautaro di lui. Poi l'altra eventuale contropartita va ricercata tra i desideri di Conte, direi che il nome di Semedo potrebbe essere gradito". 

L'Inter-Juve che ricordi con più piacere?
"Quando abbiamo vinto con i gol di Cruz e la vittoria allo Juventus Stadium con Stramaccioni, non me l'aspettavo proprio. Quando una cosa è totalmente inaspettata ha più sapore". 

Ti sarebbe piaciuto Bielsa all'Inter?
"Dovrei vederlo sulla piazza nerazzurra, capire cosa può portare in base a ciò che la società gli chiede. Non conosco la persona e non so che obiettivi dovrebbe raggiungere. Se fosse un profilo educativo nessun dubbio, se invece bisogna vincere subito il suo approccio richiederebbe troppo tempo per essere portato a buon fine".

Qual è la tua Inter del cuore?
"Ce ne sono state tante, per un tifoso la squadra del cuore è anche quella con Schelotto e ha venduto Roberto Carlos per Pistone. Ovviamente quella che ha vinto di più è stata quella di Mourinho, che ha fatto una cosa che in Italia nessuno ancora ha fatto, il Triplete e non l'essere mai stati in B sono cose che ci teniamo come 30 scudetti. Poi c'è l'Inter di Herrera, che è anche l'Inter di mio padre". 

Quanto ti è rimasto nel cuore Ibrahimovic?
"E' un giocatore straordinario, che ha tutte le caratteristiche di un centravanti. Mi è dispiaciuto quando è andato via, ma è andato via per questioni personali visto che voleva vincere la Champions, senza di lui abbiamo vinto Scudetto e Champions. Ho un bellissimo ricordo di Ibra da calciatore e splendido quando è andato via". 

Un pensiero per Moratti.
"Persona divertente, ricordo quando ci divertivamo a scrivere le formazioni sui tovaglioli"


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