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Cambiasso: "Triplete, una rivincita. Io tecnico? Per me un passaggio naturale"

di Mattia Zangari

"Ho sempre pensato con la testa da allenatore anche quando giocavo. E ora credo che il passaggio alla panchina per me sia una cosa naturale. Da giovane quando ero in Argentina e avevo vent’anni ho provato ad allenare insieme a un amico una squadra di calcio a 5". Lo ha detto, parlando in esclusiva a Il Nuovo Calcio, Esteban Cambiasso, che da pochi giorni ha conseguito il patentino di allenatore professionista UEFA A. 

E a proposito di tecnici dai quali trarre ispirazione, il Cuchu parla così: "Quelli che mi hanno seguito da piccolo, non me ne vogliano gli altri, sono stati determinanti. L’età che va dai 6 ai 12 anni è quella di massimo apprendimento. Non ti accordi neanche di cosa impari di nuovo ogni giorno. Lì servono le persone giuste. Tutto si può allenare e migliorare, il giocatore deve essere bravo a immagazzinare e tirare fuori le cose al momento giusto. anche guardare partite su partite aiuta: vedi delle giocate che potresti fare anche tu. L’esperienza è importante: più giochi, più allenamenti fai, più familiarizzi con certe soluzioni".

Inevitabile la chiosa sul passato da giocatore dell'argentino, una carriera ricca di soddisfazioni che ha avuto il suo culmine nel 2010: "L’anno del Triplete è stato il quinto di successi importanti in campo nazionale. Eravamo un gruppo di giocatori validi, che aveva già fatto un percorso insieme. Poi, si sono aggiunti altri calciatori arrivati, diciamo, a fari spenti. Elementi di grandissima qualità, che avevamo voglia di rivincita. E c’era la giusta mentalità. Ogni calciatore, a suo modo, aveva una sua mentalità vincente, fatta di spirito di sacrificio, di determinazione, di abnegazione. Siamo stati bravi a metterle insieme”.


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