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Canada, Marsch: "Poco spazio all'Inter per Buchanan? E' tornato ora, sono il primo fan dei miei giocatori. Il futuro di David..."

di Mattia Zangari

La prossima estate, salvo sorprese clamorose, Jonathan David saluterà il Lille e dovrà decidere in che club giocare, potendo scegliere da un ventaglio di opzioni appetitose come Inter e Juve, solo per citarne due. Questo passo nella carriera dell'attaccante interessa da vicino anche Jesse Marsch, ct della Nazionale canadese: "In passato molti giocatori mi hanno chiamato per chiedermi un parere su un trasferimento, ma alla fine dei conti è una decisione che spetta a loro - le sue parole a TSN -. Ciò che mi interessa è che giochino. Quanto a Jonathan, non lo so dove andrà, è una decisione sua e della sua famiglia. Cosa mi aspetto? Non lo so, non gliel'ho neanche chiesto. Non lo aiuterebbe se andasse in un club in cui non gioca. Vorrei scegliesse una campionato competitivo, in cui fosse gratificato. Jonathan ha una personalità speciale perché è una persona davvero intelligente, forse la più intelligente che abbia mai allenato. La sua abilità di prendere informazioni e capire cosa richiede il suo ruolo è la migliore che abbia mai riscontrato da allenatore. Sì, vediamo le giocate, i gol, ma c'è qualcosa che non si vede che lo rende così bravo. E' veloce, forte, tecnicamente bravo, ma i suoi gol arrivano grazie al fatto che sia ha la migliore velocità di pensiero tra quelli in campo. E' una qualità speciale, difficile da insegnare".

In seguito, Marsch ha trattato anche l'argomento dello scarso minutaggio di Tajon Buchanan e di altri giocatori della Nazionale: "E' tornato adesso - esclama entusiasta lo statunitense parlando dell'interista -. Quello he dico sempre è che devi lottare per avere un posto tra i titolari, in ogni gara e in ogni allenamento, Devi mostrare il tuo valore in Nazionale e con il club, devi far vedere che sei un grande professionista pronto a tutto. Poi c'è il discorso delle scelte di carriera, del fatto di chiedersi cosa sia meglio fare. Lasciare, restare, guardarsi intorno. C'è anche l'aspetto familiare e finanziario, tutte cose che rientrano nei ragionamenti che fa un giovane calciatore. Io sono il loro primo tifoso, voglio che giochino, che abbiano successo. Io sono entusiasta quando giocano e segnano gol. E' meglio per noi se giocano tanti minuti, performano bene e prendono confidenza, su questo non c'è dubbio". 

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