Capello: "Chivu e De Rossi sanno giostrarsi bene nelle difficoltà. Oggi hanno due avversari diversi"
Da un lato Daniele De Rossi, dall'altra Cristian Chivu; Genoa-Inter è la sfida nella sfida tra due ex romanisti che Fabio Capello conosce molto bene per averli allenati in giallorosso e dei quali parla così ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Questi i suoi ricordi del tecnico nerazzurro:
Che ricordi ha del 22enne Chivu?
“L’avevamo acquistato per avere una squadra ancora più forte a livello difensivo ma soprattutto perché era ordinato e sapeva distribuire bene la palla in fase difensiva. Come si dice adesso: era bravo dal basso. Ci serviva un difensore così, di una certa qualità. È stato un buonissimo acquisto e molto importante per quella Roma”.
E come ragazzo com'era?
“Già allora molto intelligente in campo e con una grande personalità. Io gli ho suggerito alcune cose, perché non è che in Olanda fossero grandi marcatori, quindi gli ho dato qualche indicazione a livello difensivo. Ma come ho detto Cristian era molto bravo e intelligente e ha imparato tutto in fretta: come giocare e com’era il calcio italiano. Si è integrato subito, ha capito cosa io e la squadra chiedevamo. D’altronde quando un giocatore è tecnicamente capace e intelligente è facile dare suggerimenti e vedere poi sviluppare in campo quelle indicazioni”.
Vede un po’ di Fabio Capello più in Chivu o in De Rossi?
“Sono due allenatori che sanno giostrarsi bene anche nelle difficoltà. E questo è molto importante. Poi sanno trasmettere le cose giuste alle squadre che allenano. Questi sono due grandi pregi che gli riconosco e penso che siano alcune delle cose che riuscivano bene anche a me”.
In questo momento è più difficile essere Chivu sulla panchina dell’Inter o De Rossi su quella del Genoa?
“Se vediamo il valore assoluto e oggettivo delle realtà e delle squadre, l’Inter è sempre una realtà più difficile. Chivu è subentrato su una panchina che ha un peso specifico a livello di tifosi e di storico, soprattutto per i traguardi recenti, molto complesso da sostenere. Dall’altra parte De Rossi è in un ambiente in cui c’è tanto cuore, tantissima passione. E anche lì, in altro modo, la pressione non manca. In sostanza, Chivu e De Rossi hanno due avversari diversi: uno deve salvarsi e può permettersi di perdere contro le squadre più grandi, l’altro non può proprio perdere le partite”.
C’è il rischio che il pensiero della Supercoppa distragga l’Inter?
“No. È un impegno importante ma la classifica in questo momento lo è di più”.
Se guarda avanti, in prospettiva, come vede il futuro di Chivu e De Rossi?
“Siccome sono stati miei allievi, anche se per poco, li seguo con molta attenzione e auguro a tutti e due di avere successo”.