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Colpi intelligenti, ma troppo ottimismo. E quella decisione che ora pesa...

di Redazione FcInterNews.it

Premessa doverosa: con le casse semivuote, il mercato estivo orchestrato da Piero Ausilio è stato un capolavoro. Il diesse, per la prima volta unico responsabile della campagna acquisti, è riuscito a sostituire i senatori a fine contratto con giocatori di qualità, giovani e con grande potenziale sulla carta, escluso ovviamente Vidic, arrivato per portare la sua esperienza a un gruppo nuovo. I pareri sono stati unanimi, il mercato estivo dell’Inter è stato ottimo, pur se logorante considerando alcune trattative (M’Vila e Medel su tutte). Oltre ai ritorni di Krhin, Obi, Mbaye e Berni, utili per la lista Uefa, i nerazzurri hanno coperto quasi tutte le falle nella rosa, seguendo i dettami dell’allenatore.

OPERAZIONI INTELLIGENTI - Serviva un nuovo esterno a sinistra, è arrivato Dodò dalla Roma: prestito biennale e riscatto a rate triennali per un totale di 9 milioni. Servivano muscoli e corsa a centrocampo? Ecco Yann M’Vila, ex promessa del calcio francese finito ai margini negli ultimi due anni e voglioso di riscatto (anche lui prestito biennale e riscatto a 9 milioni complessivi); ed ecco Gay Medel, l’unico vero acquisto del club, che verrà pagato in tre comode rate al Cardiff per un totale anche lui di circa 9 milioni di euro. Via Milito, al suo posto l’obiettivo era Stevan Jovetic, a lungo corteggiato nella speranza che potesse lasciare Manchester a condizioni finanziariamente positive. Ma il City se l’è tenuto e lo avrebbe ceduto solo a titolo definitivo, ergo nulla da fare. Si è virato quindi su Pablo Daniel Osvaldo, di ritorno in Italia, in prestito con riscatto fissato a 7 milioni di euro in rate triennali, lui che l’anno prima veniva valutato oltre il doppio.

ASSENZA CHE PESA - Insomma, tanti prestiti, rate vantaggiose e giocatori giovani e con voglia di riscatto: un mix perfetto per un mercato con pochi euro e buchi nella rosa riempiti tutti. Anzi, quasi tutti. Perché nell’ultimo giorno di mercato Ausilio non è riuscito a piazzare Guarin per sostituirlo con un altro attaccante, lasciando sguarnito il reparto offensivo a soli tre giocatori di ruolo, per altrettante competizioni. Una miseria che oggi pesa come un macigno, considerato il lungo infortunio muscolare di Osvaldo (sulla via del ritorno) e le condizioni con cui Rodrigo Palacio si è ripresentato dopo il Mondiale, con una caviglia fuori posto. Si è cercato di mascherare il problema promuovendo Guarin a seconda punta e sottolineando la presenza in rosa di due giovani talenti come Bonazzoli e Puscas. Ma in entrambi i casi i nodi sono venuti al pettine, perché il colombiano non è un attaccante e i due baby non sono mai stati presi in considerazione se non per le ultime convocazioni e i 20 minuti di Bonazzoli a Parma, in situazione disperata. Intenzioni sbugiardate dunque dal campo e grave assenza di un elemento di qualità nel reparto offensivo, con conseguente perdita di gol e di punti in classifica. La sensazione che la rosa non fosse completa era evidente al 1° settembre, ma il buon lavoro svolto nelle settimane precedenti e la consapevolezza di aver lavorato senza budget hanno smussato questo angolo. Che però nel tempo si è proposto con veemenza, e pesa la decisione di non volere un giocatore in più in rosa per evitare musi lunghi, checché Thohir avesse dato l'ok.

MEZZALA DESTRA CERCASI - C’è poi un altro profilo che alla rosa nerazzurra manca, eccome: quello di mezzala destra. In teoria, sarebbe il ruolo storico di Guarin, ma per motivi di affidabilità Mazzarri ha rinunciato a schierarlo lì se non raramente, preferendogli Hernanes. Il quale, dopo una carriera sull’altra fetta di campo, si è dovuto adattare con conseguenti limiti alla voce ‘produttività’. Tra l’altro, e Kuzmanovic lo ha dimostrato nelle ultime due uscite, all’undici nerazzurro manca colui che si inserisca senza palla negli spazi e agisca da attaccante aggiunto, dando manforte alle due punte troppo spesso abbandonate al loro destino. Certo, avendo Hernanes e Kovacic è difficile rinunciare anche a uno solo dei due, ma il gap da pagare è avere un centrocampo statico, che si muove solo con il pallone tra i piedi e senza guizzi personali fatica a costruire qualcosa in attacco e non dà fluidità alla manovra. Manca, per essere più precisi, un profilo alla Vidal, che oltre a corsa e interdizione garantisce inserimenti in zona d’attacco.

PERICOLO SCAMPATO - Nella lista dei rinforzi graditi potrebbe essere inserito anche Rolando, ma per fortuna ad oggi la difesa non ha subito traumi o infortuni e si spera che Juan Jesus non patisca un periodo di appannamento, visto che sul centrosinistra non ha alternative, quello che la scorsa stagione era proprio il capoverdiano. Il quale, comunque, potrebbe arrivare a gennaio come ipotizzato ieri da Fassone alla ‘Domenica Sportiva’. In generale, l’errore principale è stato commesso nel reparto offensivo, dove troppo ottimisticamente si è pensato che Guarin potesse agire da seconda punta e i tre attaccanti puri riuscissero a non subire infortuni e a darsi il cambio per rifiatare. Ipotesi che non ha trovato conferma e ha esposto finora la squadra a carenze strutturali pesanti in avanti. A gennaio bisognerà pertanto correre ai ripari inserendo una punta in rosa, ovviamente in prestito. Perché di investimenti, sul mercato, senza cessioni importanti non se ne potranno fare.


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