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Criscito: "Nel 2015 c'era l'Inter, ma lo Zenit chiese troppo. Forse fu un treno perso. Mancini insegna calcio"

di Redazione FcInterNews.it
Fonte: Gazzetta dello Sport

Nonostante le sempre frequenti voci a ogni sessione di mercato, Domenico Criscito dal 2011 non si è mai mosso da San Pietroburgo, dove oggi lavora sotto Roberto Mancini allo Zenit: Pensavo di restare un paio d’anni, non di più. Poi per vari motivi non ho mai cambiato. Ed eccomi qui, 200 gare dopo - ha detto il difensore a 'Extra Time', supplemento della Gazzetta dello Sport -. Mi sono trovato sempre bene: città, tifosi, strutture… tutto bellissimo. E il nuovo stadio è spettacolare. Il rinnovo? Il contratto scade nel 2018, per ora non ci penso. Quando mi chiameranno valuterò con D'Amico, il mio agente. Eppure le offerte non mancano: "Non sono poche, ma sono concentrato su questa stagione. L’obiettivo è arrivare in fondo in campionato e in Europa".

Sicuramente l'arrivo di Mancini ha influito sulla sua permanenza in Russia: "Il club ha ribadito la mia incedibilità, indipendentemente dalle offerte. C’erano parecchie proposte, ma lui mi ha convinto a restare. Il mister è un grande, insegna calcio. Ha tantissima personalità, in questo non è cambiato rispetto a quando giocava". Eppure Criscito avrebbe potuto trovare Mancini qualche mese prima, all'Inter, nel 2015: "Mancò l’accordo tra i club, la richiesta dello Zenit fu giudicata troppo alta. Forse fu un treno perso, ma non ho rimpianti: più di 200 partite con lo Zenit e record di gol di un difensore. Un grande orgoglio, questo è uno dei club più importanti in Europa".


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