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Cruz ricorda: "Ecco perché lasciai il Bologna per l'Inter. Per lo scudetto non è fatta, non pensavo che Lukaku fosse così forte"

di Stefano Bertocchi

L'ultima volta che il Bologna ha battuto l’Inter in casa era il 2002. E in campo con i rossoblu c'era Julio Cruz: "Forse non è più successo perché poi sono andato dall’altra parte... (sorride, ndr). Non la ricordo tanto quella partita, perché non ho fatto gol..." racconta El Jardinero ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. 

Nel Bologna segnarono Pecchia e Zauli, per l’Inter Seedorf: 2-1. Lei sarebbe rimasto un altro anno, poi Cuper...
"Un giorno mi chiama Jorge, il mio procuratore, Cyterszpiler, quello che aveva seguito anche Maradona. “Ti vuole Cuper all’Inter”. Mi spiegarono che avrebbero dato via Crespo e che Moratti per Hector cercava un 9. Reazione? Ci ho pensato un pochino, non dico falsità. Da una parte stavo da dio a Bologna ma dall’altra volevo crescere. Da una parte l’Inter non vinceva da anni; dall’altra volevo provare la scommessa di andare a vincere dopo stagioni di niente. La differenza la fece proprio Cuper".

Guidolin non la prese bene. E con Cuper, lei, non si allenò.
"Già: Cuper venne mandato via. Francesco Guidolin? Venne da me in privato e disse: “So che vai all’Inter: se vai via tu, vado via anch’io”. Gli spiegai la mia gioia per una grande squadra ma anche il dispiacere: a lui e Bologna dovevo tanto. Rimasi di sasso: se ne andò davvero. Il mio passaggio all’Inter fece scoppiare un gran casino".

In nerazzurro trovò Zaccheroni e poi Mancini.
"Robi sta facendo un lavoro straordinario con la Nazionale. Come lo fece all’Inter. Mi ricordo una sua frase: “Qui ci sono troppi capetti e pochi lavoratori: voglio più lavoratori e meno capetti”. La sua Inter fu propedeutica a quella del Triplete".

Sa che Conte ha una media-punti superiore anche a Mou?
"Non l’ho mai conosciuto bene Antonio ma quella frase di Mancio credo sia perfetta per il suo modo di intendere lo spogliatoio".

Lo è anche di Mihajlovic...
"Esatto: sono due allenatori che basta guardarli in panchina e capisci quanto ci tengano. Antonio e Sinisa sono due leoni: si vede che vorrebbero entrare in campo e giocare".

L’Inter e lo scudetto: fatta?
"Fatta mai, in Serie A. Ma adesso questa squadra si è messa a vincere le partite che servono. Ora dipende solo da lei".

Come si ferma Lukaku?
"Non pensavo fosse così forte, giuro. Mentre in tempi non sospetti dissi che Lautaro andava aspettato: lui vale, sono contento che lo abbia dimostrato".

I «decisivi» della gara?
"Dico Lukaku e la squadra-Bologna. Potrei scegliere Barrow anche se là davanti il Bologna è potente, ma dico la squadra perché contro l’Inter devi essere un congegno feroce e compatto. Come finirà? Niente pronostici, niente banalità".

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