De Rossi: "Contro l’Inter serve la perfezione. Avere un uomo come Chivu è un guadagno. Kolarov un fratello"
Daniele De Rossi, nelle quattro partite fin qui disputate col suo Genoa, ha raccolto otto punti, rigenerato nelle gambe e nello spirito la squadra, e preso piazza e lo spogliatoio rossoblù. "E persino una sfida tutta in salita come quella di oggi al Ferraris contro l’Inter resta una montagna da scalare, ma senza troppe paure" si legge nell'incipit dell'intervista al tecnico del Grifone alle colonne della Gazzetta dello Sport.
Duro e puro. Oggi esattamente come accadeva ieri, evitando qualsiasi atteggiamento di chi cerca consensi. Semmai, il contrario.
"Io non voglio dire di essere un tifoso di questo club. Oggi sto facendo questo per il Genoa, in un futuro magari avverrà per un’altra squadra. Ma di quello che la gente mi ha dato qui sino ad oggi sono felice. I risultati, certo, sono stati importanti anche per accrescere l’autostima ed ecco perché contro l’Inter il Genoa andrà a fare la sua partita. Proveremo a fare punti. Io non voglio sentir dire che se dovessimo perdere sarebbe un dramma. Tuttavia dobbiamo entrare in campo con la testa di chi sa che se dovessimo essere sconfitti sarebbe un grande problema. Perché giochiamo davanti al nostro pubblico e per di più interromperemmo una striscia positiva che ci ha dato grande soddisfazione. Serve la perfezione, loro sono molto forti e in più saranno carichi verso il loro obiettivo che si chiama scudetto".
Sulla panchina nerazzurra ci sarà poi un tecnico come Chivu di cui lei è stato compagno negli anni giallorossi.
"È un uomo molto intelligente, ma lo si poteva intuire già quando giocavamo. Sono felice per i successi che ha ottenuto sino ad ora, ma ovviamente... non mi riferisco alla partita di Marassi. Intendo dire che si merita quel che ha costruito, credo che sia un guadagno per tutti avere intorno un uomo come Chivu. E poi a lavorare con lui c’è una persona che considero come un fratello, Kolarov. Non li ho sentiti in settimana per non creare imbarazzi, ma in campo li riabbraccerò davvero con grande piacere".
Ci sono un po’ di defezioni da parte vostra, ma a livello di squadra titolare l’unica novità sarà Otoa al posto di Ostigard. Che idea si è fatto in queste settimane dal difensore danese?
«Lo ritengo un difensore moderno, anche se spero che riesca ad avere più feeling con la lingua italiana, è importante poter comunicare con i compagni. Ci sono stati nel suo passato alcuni infortuni, avrei forse preferito non mandarlo in campo per la terza gara di fila, ma la situazione è cambiata».
C’è un segreto dell’accresciuta autostima nello spogliatoio?
«Io speravo di entrare nella mente dei giocatori. Non si parla abbastanza di quel che possono fare testa e cuore in uno spogliatoio che non ha raccolto buoni risultati. La loro disponibilità è stata incredibile, hanno dato tutto, e non solo per me, ma per senso di responsabilità verso club e tifosi. Ma ora non dobbiamo certo stare qui a pensare ai punti che abbiamo fatto: siamo a quota quattordici, c’è ancora tanto cammino da fare...».