.

Dodò esterno offensivo, a Verona 20 minuti di esperimento. In attesa degli specialisti, Mancini guarda in casa

di Redazione FcInterNews.it

Dopo la Lazio, in casa Inter si comincerà ad affrontare concretamente il discorso ‘campagna acquisti’, seguendo le direttive di Roberto Mancini che sa già bene cosa manca alla sua squadra per garantire un salto di qualità. Dopo la vittoria contro il Chievo, il Mancio ha detto senza troppi giri di parole che non può cambiare modulo per assenza di esterni offensivi. E probabilmente Ausilio lo accontenterà portando in nerazzurro un giocatore che risponda alle sue esigenze. La richiesta di Mancini nasce dalla volontà di rendere la sua Inter più offensiva e imprevedibile, con calciatori in grado di attaccare da ogni zona del campo.

Il 4-3-3 e il 4-2-3-1 potrebbero essere soluzioni ideali, ma mancano gli interpreti. In particolare, dopo aver adoperato il primo modulo nel derby e contro il Dnipro, il tecnico jesino lo ha accantonato puntando su un più tradizionale 4-3-1-2 fino alla trasferta di Verona. Ma nel finale, dopo qualche sostituzione, è andato in scena per la prima volta il 4-2-3-1, con M’Vila e Medel mediani, Guarin e Dodò ai lati, Palacio prima punta e Osvaldo ad agire più arretrato. Un esperimento a risultato ormai acquisito che ha evidenziato comunque l’adattabilità di un giocatore in particolare a questo schema: proprio Dodò.

L’esterno brasiliano, tra i più impiegati in questa stagione, con Mazzarri agiva da laterale nel centrocampo a 5 mentre con il Mancio è stato riproposto nella posizione di terzino, la stessa in cui ha fatto fatica a Roma con Garcia. Prestazioni non certo eccezionali ma di tutto rispetto, che però hanno esaltato poco le qualità offensive del classe 1992 di Campinas. Spesso si è discusso sul ruolo ideale di Dodò all’Inter. Con Mazzarri da centrocampista esterno lo si vedeva difendere con poca efficacia, con Mancini la responsabilità difensiva lo ha limitato nella fase di spinta. In pratica, il ragazzo ha sempre dato la sensazione di poter fare molto di più e di essere frenato dai compiti assegnatigli. Non a caso, c’è chi ha pensato che forse, per le sue qualità offensive, avrebbe potuto riciclarsi come ala d’attacco.

Idea che Mazzarri, rispondendo a domanda diretta, ha voluto confutare sostenendo che per lui Dodò faceva bene nel suo ruolo e non aveva intenzione di azzardare esperimenti. Anche a Mancini è stata posta la stessa domanda, ma l’ex City e Besiktas ha aperto: “È giovane, può fare più ruoli” Detto, fatto. Nei restanti 20 minuti di Chievo-Inter, recupero compreso, l’ex Roma ha giocato da esterno nel 4-2-3-1 con cui i nerazzurri hanno chiuso il match. Nonostante il poco tempo, qualche spunto interessante e la sensazione di potersi trovare a proprio agio in quella zona del campo. Che, tra l’altro, lo sgraverebbe di responsabilità difensive e ne esalterebbe la vocazione offensiva tipica degli esterni brasiliani.

In attesa di avere a disposizione dei profili specializzati nel ruolo, il Mancio potrebbe riproporre Dodò in quella posizione. Peccato che, a parte l’adattato Palacio (sicuri sia meglio allontanarlo dalla porta), sull’altra corsia non c’è un’alternativa con cui avrebbe senso sperimentare. Per ora.


Altre notizie