Emre: "Inter, non mi perdono l'addio. Calciopoli? Psicologicamente dura"
Fonte: Gazzetta dello Sport
Emre Belozoglu non molla e, a 37 anni, continua a essere protagonista in campo con l'Istanbul Basaksehir (secondo in Turchia). "Il ritiro non mi fa paura, sto benissimo a ogni livello - dice alla Gazzetta dello Sport -. Sono in scadenza, rinnoverò per un altro anno e poi dirò stop. Vorrei diventare un grande direttore sportivo. Un modello? All'Inter c'era Oriali, persona super e professionista di alto livello. Mi piacerebbe diventare proprio quello che rappresentava lui nella nostra Inter".
Magari proprio a Milano...
"Sarebbe un sogno, ma la gavetta è importante".
A proposito di Inter: dal Triplete, quante annate deludenti.
"Tutto il calcio italiano non è più quello di prima quando era l'Nba del basket. Ora l'estero ha tutt'altro appeal e più denaro. E l'Italia fa fatica a tenere il passo. Detto ciò, l'Inter era e resterà sempre nel mio cuore".
D'altronde 4 anni non sono pochi.
"Fu la prima volta che lasciai il mio Paese. Tanti ricordi, venni accolto subito come uno di loro. Inoltre c'era Moratti, un gentleman del calcio. Un vero fuoriclasse".
Inter forte, ma Juve e Milan forse erano superiori.
"La crescita loro era costante, noi cambiavamo troppo in campo e in panchina. Perciò facevamo fatica a vincere".
La storia dice anche per Calciopoli.
"Situazione simile in Turchia nel 2010. Un brutto colpo per l'intero movimento italiano. Psicologicamente fu dura, davamo il 100% mentre all'esterno accadevano certe cose..."
Cuper, Zaccherono e Mancini: ricordi?
"Hector eccezionale, cambiò la mentalità. E non posso parlar male di Zaccheroni. Mentre Mancio è una garanzia. Tra di noi c'era un grande rapporto e lo ringrazio perché giocai molto, nonostante la concorrenza".
Qualche rammarico?
"L'addio, non me lo sono mai perdonato. Avevo 25 anni e una testa diversa, tornando indietro rimarrei all'Inter".
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