Farris: "All'Inter gioco in casa. Obiettivi? Top in Italia e avanti in Europa"
di Alessandro Cavasinni
Lei è vice di Inzaghi dal 2016.
"Devo molto a Simone così come alla Lazio. Anni intensi con grandi risultati, forse anche inaspettati, che ci hanno portato qui. Un bellissimo ricordo della Lazio, ma qui ha un sapore particolare perché diciamo che 'gioco in casa'. Ci confrontiamo sotto tutti gli aspetti, dalla preparazione della partita alla condizione dei giocatori. Ormai con lo staff ci conosciamo da tanti anni e il lavoro settimanale viene organizzato dal gruppo".
Lei è un ex terzino. Qual è il suo ricordo da calciatore?
"Il primo che ho è che fui scartato dall'Inter da ragazzino (ride, ndr). Ho avuto la fortuna di giocare col Torino in A, poi tanta B e C. Sicuramente il punto più alto della carriera è ora essere qui adesso".
Quanto è cambiato il ruolo di esterno negli ultimi anni?
"Sicuramente c'è stata un'evoluzione atletica. All'inizio l'interpretazione era offensiva o difensiva, invece ora si guarda alla copertura di tutta la fascia".
E per il difensore puro?
"Deve essere concentrato tutta la partita. Un attaccante può dormicchiare e poi magari risolvere con una giocata, il difensore invece non può farsi sorprendere mai. Dipende molto dalla preparazione in allenamento".
Torna a Milano dopo qualche anno: l'ha trovata cambiata?
"Sono tornato a casa dopo 34 anni. La città è cambiata in meglio e ne sono molto felice. Oggi mi ritrovo qui con la maglia per la quale ho fatto il tifo da bambino con mio padre".
Che cosa si aspetta da questa stagione?
"Di proseguire il lavoro che abbiamo trovato. Continuare a essere leader in Italia, e non sarà facile, e poi possibilmente fare un passetto in più in Europa che manca alla Milano nerazzurra".
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