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Frattesi: "Il mio mito? Barella, anche se è giovane lo stimo. Ecco perché gioco con il numero 16"

di Egle Patanè

Nuovo format lanciato da Calciatori Panini, che prende il nome di Panini Unwrap, sul canale ufficiale Youtube. Per il video di debutto, l'ospite d'eccezione è Davide Frattesi, new entry di casa Inter che qualche settimana fa ha visitato i Panini Studios per spacchettare la nuova collezione "Azzurri" di cui è protagonista: "Io da piccolo cercavo i miei idoli e adesso i bambini cercheranno me, è bello. Sono contentissimo" ammette il centrocampista "Da bambino collezionavo le figurine, avevo pacchi interi a casa che mamma mi nascondeva perché andavo a scuola a giocare con le carte". 

Piccolo aneddoto: Davide ha paura dell'aereo.
"Ho il terrore proprio, non ho paura. Ieri notte non ho dormito perché giustamente pensavo all’aereo da dover prendere. L’ansia delle partite è niente rispetto a quella per l’aereo, è una passeggiata in confronto".

Sulla finale per terzo e quarto posto di Nations League, gara durante la quale il neo-centrocampista dell’Inter ha messo a segno la sua prima rete con la maglia azzurra:
"Pensavo, tra l’altro che mi annullassero anche quello. Mi hanno chiesto com’è l’emozione del primo gol in azzurro e in realtà è una sensazione che avevo provato tre giorni prima perché a quel gol avevo esultato come un pazzo ma niente, poi è stato annullato".

Com’è il rapporto con i grandi della Nazionale italiana come Bonucci?
"Sicuramente ha fatto la storia, ha vinto un Europeo… Però secondo me bisogna entrare sempre in punta di piedi e mettersi a disposizione di persone che hanno più esperienza di te, bisogna avere rispetto ed entrare con molta calma".

Hai un mito?
"Barella come caratteristiche. Anche se è giovane lo stimo. Poi ho sempre ammirato Cristiano Ronaldo, la sua dedizione e la sua capacità di lavorare".

Come gestisci le critiche?
"Non si può piacere a tutti. Le critiche fanno parte del gioco. Vado spesso a spulciare quello che viene scritto dopo le partite però alla fine non mi cambiano la vita. Non mi interessa se c’è gente che ha qualcosa di brutto da dire. Poi è una cosa caratteriale, c’è chi se la prende e ci sta male, ma dopo un po’ ci si fa il callo, sono cose all’ordine del giorno, anche e soprattutto per il Fantacalcio. Questa stagione ho fatto gol fortunatamente, l’anno scorso nell’asta di riparazione mi han preso perché nel girone d’andata avevo fatto quattro gol, girone di ritorno zero. Immagina cosa sia successo (ride, ndr)". 

Quando ero piccolo facevi nuoto, ma anche tennis… Quanto ti è servito fare altri sport?
"Tanto perché serve anche fare altri sport per disciplinarsi nella coordinazione".-

Era un sogno diventare campione di calcio?
"Beh sì. Avevo due sogni: questo e quello di diventare un tennista, poi è arrivato il giorno di dover scegliere e ho scelto quello che mi appassionava di più anche se non è stata una scelta semplice perché io facevo tre volte a settimana calcio, due tennis".

I numeri che indossi, 7 e 16, hanno dei significati?
"Il 16 sì, per De Rossi. Non c’è mai stata occasione di chiedergli il ‘permesso’ di poter indossare il suo numero, ma lui lo sa che è per lui che l’ho scelto".

Com’è segnare con la Nazionale?
"Forse una delle prime partite in cui ero teso. Di solito non sento la tensione prima delle gare, però la prima con la Germania, partivo titolare, diciamo che l’ho sentita. Poi quando si inizia a giocare non si sente più niente, ma prima l’ho sentita".

Durante le partite riesci a isolarti dal tifo avversario?
"Io lo vivo come stimolo. Sicuramente meglio giocare in casa, ma anche fuori casa non dico che mi piace di più ma quasi".

Hai avuto contatti con giocatori del passato tipo Buffon?
"Con Buffon proprio no. Ma sento altri come Marchisio che mi dà un sacco di consigli e poi condividiamo la paura dell’aereo. L’altra volta un mio volo stava ballando un po’ troppo e sono andato a chiedere spiegazioni al comandante, abbiamo parlato proprio perché il comandante conosceva Marchisio per il mio stesso problema".

Su Raspadori:
"Prima di essere forte, perché è fortissimo, è una persona da dieci e lode".

Com’eri con lo studio?
"Non ero male. Poi bisogna prendere una scelta purtroppo, io facevo lo scientifico sportivo ma non riuscivo poi a stare dietro a tutto e mi sono concentrato sul calcio. Ma in futuro vorrò fare qualcosa con lo studio, soprattutto per i miei genitori. Per ora penso alla carriera, poi al momento giusto sceglierò qualcosa che mi piace studiare".

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