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Gabigol, cala il sipario: il progetto di Suning mai digerito dall'Inter. A Roma uscita di scena, in tutti i sensi

di Redazione FcInterNews.it

Cala probabilmente all'Olimpico di Roma il sipario sulla tormentata esperienza di Gabriel Barbosa Almeida all'Inter. Dalle stelle alle stalle, partendo dalla logorante trattativa che lo scorso agosto lo ha portato dal Santos a Milano per quasi 30 milioni di euro. Un'operazione costosa quasi a scatola chiusa, visto che Suning, fermamente convinta di assicurarsi un giovane talento brasiliano (il primo vero obiettivo era Gabriel Jesus), si è mossa senza chiedere un parere all'allenatore di turno (prima Roberto Mancini, poi Frank De Boer).

NEL SEGNO DEL BOLOGNA - Lo sbarco all'aeroporto di Malpensa nel tripudio dei tifosi, la presentazione in stil Ronaldo all'Auditorium Pirelli, l'attesa di una condizione fisica ideale per scendere in campo fino all'emarginazione dopo gli illusori 16 minuti contro il Bologna. In mezzo, le dichiarazioni al pepe dell'agente Wagner Ribeiro, che ha più volte sottolineato come l'Inter stesse umiliando una medaglia d'oro olimpica, il gol liberatorio al 'Dall'Ara', l'esordio dal primo minuto in Tim Cup conttro i felsinei (Bologna un leit motiv di questa esperienza italiana), le tante panchine il gesto di stizza di domenica sera all'Olimpico, quando preso atto del fatto che non sarebbe entrato ha lasciato la panchina e si è diretto verso gli spogliatoi polemicamente, chiedendo pubblicamente scusa solo il giorno dopo. L'apice, questo, di una profonda delusione mista a rabbia, nata dall'estrema fiducia nei propri mezzi rimasta inespressa dove pensava di poter mostrare tutto il proprio talento. Una situazione che ha accarezzato i limiti del grottesco, vista anche la crudele ostinazione nel privarlo anche delle briciole.

FAVOLA SENZA LIETO FINE - Il dado è ormai tratto, a prescindere da chi sarà il nuovo allenatore difficilmente Gabigol vestirà ancora la maglia dell'Inter nella prossima stagione e verosimilmente sarà coinvolto nel restyling del reparto offensivo. Una favola senza lieto fine, che nonostante il post su Facebook (apprezzabile) probabilmente si concluderà con una multa per il gesto plateale di domenica sera, apostrofato senza mezzi termini da Stefano Vecchi, il terzo allenatore su tre che non ha puntato su di lui: "Lui aveva altre aspettative ma erano aspettative alte da parte di tutti, società e tifosi; non è sempre solo colpa dell'allenatore. Deve mettere le sue qualità al servizio del gruppo, sarà per la prossima volta. Da dove ripartire? Io partirei dai particolari, dal modo in cui si comporterà la società con Gabigol. Sono certo che prenderà provvedimenti, non è vero che la società non è presente, i provvedimenti sono stati presi anche senza dirlo a tutti. Poi c'è gente che continua a fare certe cose e allora sta alla loro professionalità".

PARERI CONCORDI - Non può essere una coincidenza se, in un periodo in cui senza più obiettivi si può serenamente sperimentare, il classe '96 verdeoro non veda il campo neanche per pochi minuti, scavalcato persino dal 18enne Andrea Pinamonti. Il motivo lo si intuisce dalle parole di Vecchi, che pur essendo il meno esperto di 'cose di prima squadra' e non avendo nulla da perdere, si è allineato a chi l'ha preceduto. Il riferimento alle aspettative (disilluse) è emblematico, così come è significativa la richiesta tra le righe alla società di una multa per il ragazzo. A questo si aggiunge il velo d'ombra gettato da Piero Ausilio nelle ormai famose parole seminate all'Università Statale di Milano, quel "qualcosa che non posso spiegare" che dà adito a numerose interpretazioni, di cui nessuna positiva. Pare comunque evidente che il giocatore sia stato imposto all'Inter senza che se ne sentisse la necessità, quando i problemi della rosa erano altri. Un passo falso della nuova proprietà che in uno slancio di generosità voleva presentarsi ai tifosi con un giovane talento di livello internazionale e, forse mal consigliata o troppo ottimista, ha optato per quello più acerbo, fidandosi solo dei suoi numeri comunque importanti per un ragazzo. A questo si è aggiunto un atteggiamento, almeno inizialmente, poco umile di Gabigol, che introdotto come una star ha creduto di poterlo essere anche all'Inter come in Brasile, salvo scontrarsi con una realtà troppo professionale per i suoi standard e con uno spogliatoio che, rivelatosi pieno di falle nel corso di questa stagione, non lo ha mai considerato come uno del gruppo.

LUCE ALTROVE - Progetto miseramente fallito, tra pochissime luci e speranze e tante ombre. A questo punto Gabigol cercherà un posto al sole altrove, probabilmente Suning lo presterà a un altro club perché cederlo oggi a titolo definitivo significherebbe realizzare una minusvalenza pesantissima: nessuno investirebbe i quasi 30 milioni spesi la scorsa estate dalla proprietà di Nanchino per rilevarlo dall'Inter. In più, resta comunque viva la speranza che dopo qualche tagliando altrove Gabigol possa tornare più maturo e con l'atteggiamento giusto per riprendere il suo percorso a Milano. Con una nuova rosa, un nuovo management e un nuovo allenatore, la possibilità di resettare questa stagione negativa e ripartire tra qualche tempo non è irreale.


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