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Ganz: "Inter, c'è un gol che avrei voluto segnare. In nerazzurro favola senza lieto fine, ma non sono un traditore"

di Mattia Zangari

A sei giorni da Inter-Atalanta, posticipo domenicale della tredicesima giornata di Serie A, il doppio ex Maurizio Ganz gioca virtualmente la gara di San Siro in un'intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport.
Si parte dal principio, dal passaggio di Ganz dal Brescia all'Atalanta nel '92: "Quell’anno ho davvero capito di essere diventato un vero professionista di livello, c’è stato il lancio definitivo. Ho sempre sentito i tifosi accanto a me, anche se arrivavo da un a città non molto amata e proprio l’ultimo giorno di mercato. Ma senza l’Atalanta, non ci sarebbe stata l’Inter…".

Dell'esperienza milanese, Ganz si porta dietro un rimpianto per il gol che non ha mai segnato: "La traversa colpita nei tempi supplementari nella finale di ritorno di coppa Uefa ’97 persa ai rigori contro lo Schalke 04. Una grandissima delusione, perché ero il miglior marcatore della manifestazione con 8 gol in 10 partite. Mi aspettavo di essere protagonista anche in finale. E invece niente, non ho neppure tirato un rigore".

La sua Inter: Ronaldo. "Non dimenticherò mai i 3 mesi nei quali ho giocato con lui, i più esaltanti della carriera. Il nostro Ronaldo, assieme a Messi e Cristiano, è stato tra i più grandi degli ultimi anni. C’erano volte in cui mi dicevo: “No, questa giocata non gli riesce”. E poi stupiva tutti, noi e gli avversari. Quante botte prendeva, ma quanto ci divertivamo. Io mi adattavo a lui, facevo anche l’esterno destro".

Il più forte con il quale ha giocato dopo Ronaldo?
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Ivan Zamorano sicuramente. Eravamo amici in campo e fuori".

La sua Inter: gli insulti quando è passato al Milan.
"Peccato, è stata una bella favola senza lieto fine. I tifosi mi hanno accusato di essere un traditore, ma è stata la società a mandarmi via, io sarei rimasto".

Che partita sarà domenica?
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Spettacolare e combattuta".

Anche Icardi è uno che segna semper lu?
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Certo, può decidere la partita in ogni momento".

Spalletti all’inizio del 2000
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Ecco il giocatore che ci serviva. Ha esperienza, fiuto del gol e voglia di emergere dopo un avvio di stagione difficile. Di chi stava parlando? Di Ganz naturalmente, quando è arrivato al Venezia". 

Spalletti prima e oggi. "Era un giovane allenatore ma già con le idee molto chiare. Adesso, all'Inter, ha cambiato la squadra, non ha paura di affrontare lo spogliatoio. L’esperienza all’estero l’ha aiutato nella gestione del gruppo. Ma non credo sia molto contento del gioco dell’Inter. Manca in po’ di qualità come terzini".

In Svizzera ha risentito il coro che aveva inventato per lei la San Siro interista?
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Sì, ogni tanto qualcuno se ne ricorda. E mi fa molto piacere". 


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