GdS - La mano di Inzaghi: il lavoro su Conte e la ricerca del dominio
di Alessandro Cavasinni
"Per fotografare meglio lo smarcamento di Simone, è utile sovrapporre l’ultimo Inter-Napoli di Conte (16-12-2020) al primo di Inzaghi (21-11-2021) - si legge -. Usare il metro dello stesso avversario dà peso al paragone. Antonio scelse di giocarsela raccogliendosi dietro con una squadra cortissima (29,6 m), concedendo palla e campo all’avversario e vivendo di ripartenze: solo il 41% di possesso. Simone, al contrario, pur non avendo De Vrij al centro della difesa,con il rischio di esporre Ranocchia alla velocità di Osimhen in campo aperto, ha allungato la squadra verso Ospina (44,3 m) e l’ha alzata alla ricerca del controllo del gioco. Il 44,5% di possesso non inganni, è inquinato dalla parte finale del match che l’Inter ha scelto di giocare sulle barricare a protezione del vantaggio. Infatti nel primo tempo, quando si è fatta la storia della partita, i nerazzurri hanno tenuto palla per il 55,6%. Un atteggiamento completamente diverso rispetto a un anno fa, come dimostrano altri numeri. Inzaghi ha recuperato 57 palloni contro i 38 di Conte, perché ha preteso un’aggressione alta e costante che il predecessore non prevedeva dovendo ritirarsi per ripartire con la Lu-La in spazi aperti. Conte ha battuto il Napoli con un gol e 3 tiri in porta; Inzaghi con 3 reti alla miglior difesa del torneo e 7 palloni tra i pali. Inzaghi ha giocato più palloni (569-543), ne ha crossati di più (15-10) e ha riempito di più l’area: 12 tiri dentro il perimetro contro 5. Inzaghi, attaccando una difesa schierata, ha avuto più bisogno del dribbling (13-4) e della qualità tecnica. Come si vede, la fotografia è nitida: Simone cerca un’Inter più costruttiva e dominante".
La Gazzetta poi parla dei singoli e del loro peso. Lukaku, Eriksen e Hakimi non ci sono più, ma pian piano Calhanoglu sta diventando sempre più decisivo nelle giocate, Darmian è ulteriormente cresciuto anche in qualità, inossidabile la regia di Brozovic e Perisic è ormai un top-player acclarato. "Tirando le somme, Conte ha preso un’Inter smarrita e l’ha rifondata dandole disciplina e rigore in campo e fuori. L’ha lasciata con lo scudetto sul petto e con la personalità forte dei vincenti. Inzaghi ha sfruttato con intelligenza questo tesoro per spingere in avanti l’Inter e dotarla di un gioco più qualitativo e coraggioso che può metterla a suo agio anche in Champions, dove Conte sempre ha raccolto poco", si legge.
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