Gosens rivive il dramma di Bove: "In quei momenti mi sono chiesto se ne valesse ancora la pena"
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A qualche settimana di distanza dal dramma vissuto da Edoardo Bove, accasciatosi a terra per un malore nel corso del match tra Fiorentina e Inter, Robin Gosens rivive quei momenti angoscianti intervenendo per il podcast Copa TS: "Sono rimasto scioccato. Sembra che ogni giorno facciamo una sorta di esame, valutiamo la nostra forma fisica e poi lui cade in quel modo. Se questo accade a un giocatore di 22 anni, molto in forma, può succedere a chiunque", spiega l'ex terzino dell'Inter, aggiungendo che ad oggi "nessuno sa quale sia stato il problema". In quel momento, Gosens "si è chiesto se ne valesse la pena. Ci sono stato alcune partite in cui ero malato: o perché avevo il raffreddore p per qualche tipo di infortunio, non mi sentivo bene. Poi prendi una pillola e provi a scendere in campo. Si tratta di un processo pericoloso, non solo nello sport".
Bove è stato dotato di defibrillatore in ospedale e ora affronta un futuro incerto nella sua giovane carriera. "Naturalmente è lui a soffrire di più, ma il paradosso della storia è che si sente benissimo. Mi ha detto più volte: 'Adesso vorrei tornare a giocare'. In Italia come in Germania, però, i medici si assumono la responsabilità dei giocatori, nessun medico rischia questo. Per lui è un peccato incredibile. È italiano, ha 22 anni, era vicino alla Nazionale. Eppure è abbastanza riflessivo da dire a se stesso: 'Sono vivo'. Tutto il resto è così secondario e lui deve continuare a ricordarselo".