Gravina: "Sto vivendo un dramma, non posso essere il becchino del calcio italiano. Stop campionato? Spetta al Governo"
Gabriele Gravina, presidente della Figc, ai microfoni di Che tempo che fa - trasmissione in onda su Rai 2 - parla in questo modo riguardo l'eventuale ripresa del campionato: "Affrontiamo un tema molto discusso e controverso in queste ultime settimane. In questo momento ci sono due correnti di pensiero, apparentemente contrapposte: una che pensa che si dovrebbe chiudere il mondo dello sport, l'altra che ritiene sia giusto continuare. Io faccio riferimento a quest'ultima: quando parlo di possibilità, faccio riferimento all'opportunità e alla speranza. Ho parlato di giugno: spero che l'Italia nel mese di giugno possa avere la possibilità di vivere un momento di sollievo, diverso a quello attuale".
Se il Governo dicesse che non si può continuare?
"Questa è una responsabilità che lascio al Governo".
Ma accoglierebbe con sollievo questa decisione?
"Assolutamente sì. Non si può immaginare il dramma che sto vivendo in queste settimane, gestendo in maniera isolata questa mia battaglia. Però, Fazio, ci tengo a dire una cosa: il calcio italiano non è una monade che vive in maniera separata rispetto ad altre categorie o istituzioni, anche istituzionali. Un sentimento importante è quello della speranza".
Lei non può aspettare un mese prima di decidere, giusto?
"Io chiedo di essere considerato, come movimento d'impatto socio-economico del nostro Paese, alla pari di ogni altro settore. La Figc ha predisposto, anche grazie al contributo della nostra commissione tecnico-scientifica, un protocollo che per una serie di procedure garantisce la negatività di un gruppo chiuso. Quindi, francamente, non vedo questo tipo di preoccupazione. Governare il mondo amatoriale è molto difficile, ma su questo stiamo aprendo un confronto molto più ampio".
Sono state rinviate le Olimpiadi, eppure si parla soltanto di calcio...
"Non capisco la violazione etica da parte di un'istituzione, di un mondo che ha un grande impatto sociale e sanitario, come è stato dimostrato da diversi studi di natura economica e sociale. Io mi permetto di non entrare nelle scelte che alcuni presidenti di Federazione hanno già fatto, ma mi permetto soltanto di dire che l'unico sport professionistico che ha sospeso è il basket. Il calcio ha un impatto che movimenta circa 5 miliardi di euro. E soprattutto, permettetemi, noi siamo preoccupati non nel fermarci oggi - il che sarebbe un disastro, sotto tutti i punti di vista - ma bisogna tener conto che se il calcio non riparte si pone un grande problema".
Si parla di far disputare le gare di Serie A soltanto al centro-sud. E soprattutto, vi sarebbe il problema legato ai tamponi.
"Io abbandonerei un po' di false retoriche, Fazio, altrimenti corriamo il rischio di non centrare il tema. Esiste un protocollo che abbiamo inviato al ministro Spadafora e al ministro Speranza. Aspettiamo la validazione del nostro protocollo. L'ostacolo per non far ripartire un movimento come il calcio non può essere quello dei tamponi: diverse cliniche sono a disposizione sotto questo punto di vista".
Ha preso in considerazione l'ipotesi di fermare tutto?
"No, purtroppo non posso prenderla in considerazione io. Una scelta di questo tipo implica una responsabilità di una gravità inaudita sulla persona che la prende. Io non posso essere il becchino del calcio italiano: ho la responsabilità di far restare in piedi il movimento calcistico, ma anche quello sportivo in generale".
Sull'assegnazione dello 'Scudetto del cuore': "E' un'iniziativa importante, che dimostra la sensibilità del mondo del calcio. Abbiamo voluto, anche qui senza false retoriche, dare un riconoscimento a chi già è nei cuori della gente. Visto che ci sono tante polemiche, abbiamo pensato di assegnare lo Scudetto del cuore a coloro che sono stati soprannominati 'supereroi'. I nostri supereroi entreranno nel cuore degli italiani attraverso la 'Hall of Fame': una copia dello Scudetto del cuore
Chi vincerà il campionato?
"Vincerà la squadra che farà più punti, perché sono convinto che continueremo a dare grande gioia e speranza".