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TS - Le pagelle dell'Inter fin qui: Lautaro e Thuram super, bocciato Barella. Inzaghi? Tre anni di straordinario lavoro

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Tuttosport

A una settimana da Juve-Inter, su Tuttosport vengono proposte le pagelle di rendimento finora dei giocatori che presumibilmente scenderanno in campo dall'inizio nell'attesissima sfida. Voti e giudizi del quotidiano romano per i nerazzurri e per Inzaghi tra i quali spiccano quelli di Lautaro e Thuram (in positivo) e di Barella (in negativo).

Sommer 7  Fargli gol è un’impresa (è rimasto imbattuto in 10 delle 16 gare in stagione, Champions compresa), ma - soprattutto - l’impresa l’ha fatta lui mandando in soffitta il poster di Onana senza che nessuno abbia i lucciconi. 

 Darmian 7  Dove lo metti sta ma, alla luce dell’investimento fatto per Pavard (30 milioni), nei piani dell’Inter sarebbe un “dodicesimo”. L’infortunio del francese - il cui rientro in campo è atteso per metà dicembre - lo costringerà agli straordinari al rientro dalle fatiche azzurre. Il che, a gioco lungo, può essere un’incognita.  

 De Vrij 6.5  Rispetto all’ultima stagione, il suo rendimento è lievitato in modo esponenziale. Come tutto il reparto, andrà però misurato alla luce del doppio infortunio patito da Pavard e Bastoni: rotazioni azzerate e rischio che il rendimento cali partita dopo partita.  

 Acerbi 6.5  A sinistra è comunque adattato in un ruolo che interpreta in modo adeguato soprattutto grazie alla sua grandissima esperienza. Lì però spreca più energie e non riesce a infondere in pieno la sua leadership a tutto il reparto. In attesa di Bastoni però Inzaghi non ha di meglio. 

 Dumfries 6.5  È partito a tavoletta (2 gol, a Cagliari e Sassuolo, e 2 assist nelle prime 6 giornate) ma nelle ultime partite è apparso un po’ in calo. Se sta bene può essere un fattore, altrimenti sono guai, considerato che Cuadrado non è pronto e, tolto l’adattato Carlos Augusto, lì Inzaghi ha solo il factotum Darmian che però non può essere clonato. 

 Barella 5.5  Le statistiche nel calcio contano meno che in altri sport ma sono comunque indicative. E lui, nella prima parte di stagione, è in deficit. Dopo le prime 16 gare di stagione nel 2022/23 era a 6 gol e 5 assist, quest’anno è a 0 e 1. Resta la dinamo dell’Inter, ma da lui è lecito attendersi di più, oltre alla “garra” (quella ce la mette sempre).  

 Calhanoglu 7.5  Averlo messo lì è stata la più grande intuizione di Inzaghi. Ha “pensionato” Brozovic e, oltre a non sbagliare una partita, è un’arma impropria sui piazzati (per l’Inter già 8 gol: segna di più). E dietro cresce bene pure Asllani. 

 Mkhitaryan 7  Inzaghi sostiene che nello spogliatoio i giocatori ascoltino di più l’armeno che lui, non a caso è un po’ il “prof” di questa Inter. Titolare in 15 gare su 16 e pure unico, tra i big, a dedicarsi solo all’attività di club avendo dato nel 2022 addio alla nazionale. Una manna per l’Inter.  

 Dimarco 8  Cuore ultrà e piedi da fatina. Due gol - l’ultimo al Frosinone segnato con una stella filante da oltre 56 metri - e 4 assist ne fanno una preziosissima risorsa per l’Inter. E dire che l’addio di Perisic pareva aver aperto una voragine a sinistra... 

 Thuram 8  Si è calato a tempo di record nell’ingranaggio immergendosi (inoltre) in un ruolo che mai aveva dovuto interpretare così in carriera. Nel suo campionato 4 gol e 5 assist ma - quel che colpisce - è la sua crescita. Continuando così, diventerà immarcabile. 

 Martinez 9  Ha segnato 12 gol in 12 giornate e, dovesse continuare così, potrebbe anche demolire il record di reti in A (36) che appartiene a Higuain (2015/16) e Immobile (2019/20). A lui, da buon capitano, interessa più la stella ma, dati gli stenti di Arnautovic e Sanchez, questo passa giocoforza dai suoi acuti. E finora ha rasentato la perfezione. 

 All. Inzaghi 8  Il 12 luglio, nella prima conferenza di stagione, ha sdoganato la parola scudetto («La vittoria è nel dna dell’Inter. Lo scudetto è il grande obiettivo e faremo di tutto per vincerlo»), un coraggio che alle nostre latitudini va apprezzato. Dietro ai proclami ci sono tre anni di lavoro straordinario tra le difficoltà e mercati, nella migliore delle ipotesi, a saldo zero.  


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