Il consulente di Thohir: "Così vuole l'Inter. Su Moratti, stadio, tifosi e..."
Fonte: La Gazzetta dello Sport
Erick Thohir preme. Ha l'Inter nel mirino. Ma lo fa senza fretta, senza patemi d'animo. C'è una storia da rispettare, e lo s bene. E intervistato da La Gazzetta dello Sport Anthony Macri, consigliere del tycoon indonesiano, è chiaro nel spiegare il pensiero: "Erick non ha fretta. Non vuole l’Inter domani, non ha fissato una data entro cui concludere altrimenti abbandonerà l’affare. Non è il suo stile. Aspetterà tutto il tempo necessario, che siano giorni o mesi".
Perché Thohir ha scelto l’Inter e non un club di un campionato, al momento almeno, più ricco e vincente?
"Intanto c’è la passione, il tempo speso con padre e fratello a vedere la Serie A, in tv, da piccolo. E poi la sua filosofia d’investimento: come per il Dc United, Erick sceglie squadre di grande tradizione ma di cui non sono sfruttate al massimo le potenzialità. Lui trasforma: Republika era un piccolo quotidiano, oggi è potente. Ha salvato e rilanciato tv e radio. Lucy, il suo locale, era fallito e oggi è il più trendy a Giakarta. Lo sport è la chiave per presentarsi all’Indonesia: oggi è famoso. Ecco perché l’Inter".
Insomma, conosce bene la situazione…
"Se investe in un Paese ne conosce prospettive, margini di successo, situazione politica, bilanci, valore potenziale del tifo. È molto interessato al fair play Uefa, benché sia molto diverso dal sistema Usa con il salary cap. L’obiettivo è fare dell’Inter un brand globale come sono oggi United, Liverpool, Real Madrid. Erick ha visto che queste squadre hanno creato un mercato qui in Indonesia e si è detto: perché non l’Inter?".
Uno dei progetti è lo stadio di proprietà. Però San Siro è la storia del calcio italiano…
"Infatti. E prima di cambiare valuterà tutto. San Siro è tradizione, è parte dell’Inter, non è facile rinunciare. Studierà la cosa migliore per l’Inter. È come un bravo giocatore di scacchi: legge sempre diverse mosse avanti. Vuole fare cose nuove. L’Asean Basket League, ad esempio, è un esperimento unico: in Vietnam neanche avevano la Nba in tv. Il mercato qui può essere enorme".
Quanto?
"Tutti parlano della crescita dell’India. I Paesi dell’Asean hanno metà popolazione, circa 600 milioni, e lo stesso Pil. Entro dieci anni la classe benestante indonesiana sarà quanto tutta la popolazione thailandese. L’economia indonesiana farà il boom".
Nella tradizione dell’Inter c’è anche la famiglia Moratti.
"Conosce bene anche questo. E non vuole distruggere il passato, lo rispetta. Non rivoluziona, cambia. Non ordina, decide assieme. Sta cercando la formula giusta per convivere con la famiglia Moratti: ha in mente di continuare con loro. Nel Dc ha la maggioranza, nel Philadelphia 76ers no: va bene in entrambi i casi".
Che cosa conosce Thohir del calcio italiano?
"I giocatori, di sicuro. I diritti tv centralizzati: sarebbe meglio fossero singoli, così ognuno decide da sé, ma se il sistema funziona è meglio così in prospettiva di vendita mondiale. Erick dice che il vostro calcio ha l’opportunità di essere più globale. Io penso che debba trovare stabilità dentro ed esportare di più".
Sa che a Milano sono apparsi manifesti «contro»?
"Non lo sapevo, ma Erick mi prega di far sapere che l’Inter resterà dei suoi tifosi. Per lui il tifo di casa è fondamentale. Mi ha detto: “Anthony, il 90% di quello che ho letto su di me nelle ultime settimane è falso o sbagliato”. È un po’ scocciato di questo".
Per esempio si parla di investitori americani con lui.
"Non c’è un americano dietro. Ma in Indonesia non fai mai le cose da solo. Anche nell’acquisto del Dc United c’è un gruppo di amici locali che partecipano all’investimento. Sarà così anche per l’Inter. I moderni imprenditori indonesiani sono cresciuti assieme, tendono a frequentarsi".
Come va la trattativa?
"Bene. Erick vuole che tutto sia perfetto e tutti contenti. Niente fretta. Ma se dovesse succedere, sarebbe già pronto".
E se l’affare fallisse?
"Sarebbe molto deluso. Penserebbe ad altre possibilità di investimento, ma non domani. Non sarebbe etico, il giorno dopo l’Inter, puntare un altro club. Non lo farà, non è uno squalo".