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Inter cade nella banalità dell'errore. Mancio furioso, ma il problema oggi è...

di Marco Lo Prato

Se alla strofa de La Dura Legge del Gol degli 883, quella che diceva grossomodo “Fai un gran bel gioco però, se non hai difesa gli altri segnano”, si togliesse il bel gioco (che l’Inter non ha mai avuto, a dir la verità) si avrebbe una fotografia perfetta delle ultime tre partite casalinghe dell’Inter. I rigori di Berardi e Candreva al fotofinish, a cui va aggiunta la rete di Lasagna nel recupero della partita di ieri. Il paradosso è che la difesa l’Inter ce l’aveva, e pure la migliore del campionato! Ma nelle ultime cinque partite (in cui ha racimolato cinque punti) le certezze si sono sgretolate una dietro l’altra, dagli errori di Miranda e Murillo a quelli di Juan Jesus, fino a quelli di Nagatomo e Palacio/Icardi sottoporta. E c’è rabbia, tanta rabbia, nella pancia di San Siro dopo il triplice fischio dell’arbitro Gervasoni. Il Carpi ha strappato due punti dal saccottino dell’Inter, facendo ripiombare i nerazzurri in una situazione incerta, in balia degli eventi. La Beneamata non riesce più a vincere in casa: compassati, superficiali, statici, il ritratto di una squadra che al momento non c’è più. E se a Napoli è bastato arroccarsi e colpire in contropiede, contro il Carpi il peccato di ubris è letale: troppi gol non realizzati e troppi passaggi a vuoto, insomma troppe cose negative per una squadra che ambisce lo Scudetto. E, forse, anche ad arrivare in Champions League, come ammette il Mancio. 

SPRECHI - La sensazione è che, poco dopo la partita contro la Lazio, si sia rotto qualcosa nell’Inter. Una squadra capace di correre e soffrire su tutti i campi della Serie A negli ultimi trenta giorni ha vinto una sola volta in campionato, pareggiando due partite e perdendone una. Il comun denominatore di questo trend negativo è stata la poca fame mostrata dalla squadra di Mancini: se prima si correva per 90’, è dalla partita natalizia contro i biancocelesti che i nerazzurri sembrano aver perso la bussola. Passaggi elementari sbagliati, corsa a vuoto per il campo (Brozovic ne è l’emblema), errori grossolani in fase difensiva… E dalla possibilità di diventare campioni d’inverno i Mancio Boys si sono trovati a sei punti dalla vetta, superata dalla Juventus e agganciata dalla Fiorentina. Un gennaio horribilis, c’è poco da dire. 

DOV’E’ ICARDI ? - Dopo la partita, le parole del tecnico nerazzurro sono state spietate. Se l’è presa soprattutto con gli attaccanti, incapaci di chiudere una partita che sembrava nelle mani dell’Inter. E, al di là delle parole del Mancio, è palese come l’attacco nerazzurro sia ormai un problema: Mauro Icardi finisce così per forza di cose al centro delle polemiche. L’argentino non riesce infatti ad incidere in mezzo al campo: contro il Carpi non è mai riuscito a vincere un duello per un pallone, così come non si è mai prodigato nel giocare spalle alla porta, facendo così salire la squadra. I limiti strutturali di Maurito tuttavia si conoscono, quel che ha sorpreso di più è stato il suo essere scialbo sotto porta: quando Perisic gli ha servito un pallone al bacio di testa e il Nove si è involato a rete, per poi incespicare sulla sfera e farsi recuperare da Romagnoli. O quando non ha letto una palla sul secondo palo di Palacio, rimanendo fermo a centro area. C’è qualcosa che non va, è palese, così che Mancini ha annunciato che l’Inter è sul mercato a caccia di una nuova punta. 

 

LE COLPE - Se in certe partite si potevano trovare delle attenuanti, quella di ieri è stata una partita a tratti indecorosa, in cui le colpe di Mancini esistono ma fino ad un certo punto. La formazione è di quelle potenzialmente spericolate, ma è anche vero che è pressoché impossibile perdere punti con la terzultima in classifica, in vantaggio di un gol e di un uomo. E’ una questione d’atteggiamento, più che di piedi buoni. Giocare all’uno a zero si sapeva non sarebbe potuto durare per sempre, adesso c’è bisogno di mettere in moto le bocche da fuoco. Non basta più l’idea di “quando ingraneranno…” perché l’Inter si gioca gran parte della propria stagione nelle prossime tre settimane. La situazione è grave, ma non tragica. Tuttavia i nodi vengono al pettine e bisogna capire se questa squadra è veramente un bluff - come suggerisce qualcuno - o sta solo attraversando una fase di appannaggio fisico e mentale. Alla fine basterebbe poco per tornare a giocarsela con tutti: riuscire a cambiare ritmo, magari anche gioco qualche volta, avere un’idea di come muoversi senza palla, azzeccare gli stop e i passaggi semplici. Tanti tasselli di un puzzle che sembrava aver trovato la sua soluzione con il cinismo e l’aggressività d’inizio campionato, ma che evidentemente va ridisegnato. A cominciare da mercoledì, allo Juventus Stadium. Dove si vedrà di che pasta è fatta l’Inter. 


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Lunedì 16 dicembre