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Inter e Juve a corto muso, Spalletti usa Perisic come un grimaldello. Radja sorride, manca il guizzo

di Marco Lo Prato

Alla fine, sembrava potesse bastare una briciola in più per portare a casa il bottino pieno. Ma l’Inter si è accontentata del terzo pareggio consecutivo in tre scontri diretti e ha aggiunto un altro tassello alla qualificazione in Champions League che - se tutto va come deve andare contro Udinese e Chievo - potrebbe chiudersi prima della trasferta contro il Napoli alla penultima giornata di campionato. Spalletti può essere soddisfatto della sua squadra perché nel primo tempo l’Inter ha messo alle corde una Juventus sperimentale che si è ingarbugliata su se stessa e si è ripresa solo a inizio secondo tempo. La nota negativa è che sono bastate un paio di accelerate per essere agguantati da un tocco di Ronaldo, il mattatore dei suoi. Se si accende CR7, gira la squadra. Altrimenti, il buio totale. 

DI SPONDA - La partita è stata preparata magistralmente da Spalletti che ha accorciato il campo e preso le misure fin da subito ad Allegri che si è schierato con una difesa a 5 ibrida ed Emre Can come terzo centrale. L’esperimento dura poco, perché dopo il gol del Ninja il centrocampista tedesco torna nella zona di competenza e a rimanere basso è Joao Cancelo, quoque tu. Allora, Spalletti fa rimanere in fase di non possesso Perisic alto e fa convergere su di lui molti palloni. Il portoghese va spesso in difficoltà e il 44 nerazzurro banchetta dalle sue parti, ma non riesce mai a trovare la zampata vincente. Perisic è la risposta anche a un’altra situazione che ha messo l’Inter in difficoltà, ovvero il fraseggio durante la costruzione: in una delle prime volte in stagione, il croato è stato utilizzato come sponda spalle alla porta per far salire la squadra e il risultato è stato evidente. Ovviamente, Brozo in cabina di regia è funzionale a uno scorrimento più fluido e nei primi 45’ il centrocampo juventino non è riuscito a reggere l’urto. 

SORRISI - Il vero vincitore della gara contro la Juventus è Radja Nainggolan. Il belga è sembrato per una notte esaudire i desideri delle migliaia di interisti assiepati a San Siro: oltre al gol pazzesco, il Ninja ha offerto una di quelle prestazioni cui l’Inter si sarebbe dovuta aggrappare durante tutta la stagione. Nainggolan ieri sera ha avuto voglia di spaccare il mondo, di lottare su ogni pallone e di usare il fisico nella maniera giusta, a creare separazione con gli avversari, a voler primeggiare contro gli acerrimi nemici. La Juve è la sua nemesi e non fa nulla per nasconderlo. Viene da chiedersi cosa succederebbe se Nainggolan potesse giocare tutte le partite contro i bianconeri. Con un mezzo sorriso, probabilmente sarebbe il miglior giocatore del campionato. Scherzi a parte, dopo la figura da disperso contro la Roma, il Ninja suona la carica ed è lui insieme a Brozovic a dettare i ritmi della squadra, a proporsi nello spazio. E, finalmente, a segnare un gol pesante. Quest’anno è andata, ma il Ninja ha già dato appuntamento per la prossima stagione. Tutti si aspettano qualcosa di incredibile. 

QUEL CHE MANCA - In coda a un pareggio che non drammatizza la situazione di classifica dell’Inter, va fatta una considerazione. Questa squadra tiene bene il campo, regge anche l’urto avversario ma sul più bello sembra perdersi qualcosa per strada. Anche contro la Juve, ci sono state un bel po’ di occasioni per sferrare il colpo del KO agli avversari ma per un motivo o per un altro l’ultimo guizzo è sempre mancato. Non che li scopriamo adesso, i problemi dell’Inter quando il gioco si fa duro. Ma trovare il coraggio di saltare l’uomo e puntare verso la porta, anziché rivolgersi sempre verso l’esterno, potrebbe rappresentare un salto mentale notevole, soprattutto perché le individualità questa squadra le ha. Basti pensare a Lautaro Martinez, che entra e lotta su un pallone per poi scaraventarlo con tutta la sua forza verso la porta di Szczesny. Il pallone sibila sul palo, ma non importa. Quel che conta è crederci, provarci. Politano ha avuto un’ottima occasione sul finire del primo tempo, quando ha saltato di netto Chiellini sulla destra ma - rientrando - non ha avuto il coraggio o la prontezza di calciare. Son queste piccole cose che fan la differenza. Per continuare a crescere e far sì che questi pareggini diventino solide affermazioni. 

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