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Lautaro: "Inter, voglio vincere tutto. A volte mi sento sottovalutato, anche Inzaghi lo è. Il gol? Ho cambiato modo di giocare"

di Stefano Bertocchi

"Sono un attaccante e vivo per il gol". Lo ribadisce senza timore Lautaro Martinez quando, nella chiacchierata con il Corriere della Sera, parla dell'astinenza di esultanze dell'ultimo periodo: "Però si deve anche analizzare la partita che uno fa. E io in questi mesi sto giocando più lontano dall’area, perché mi piace far salire la squadra: è una cosa che sto aggiungendo al mio gioco e mi sento bene così".

Anche la posizione di Thuram è cambiata di conseguenza.
"Sì, Marcus sta più centrale e più avanzato, ma non è una cosa studiata: nasce dalla nostra intesa in campo. L’anno scorso spesso era lui che arretrava un po’ o si allargava, adesso tocca a lui fare più gol".

La mancanza di preparazione estiva ha influito su di lei?
"Dopo la vittoria della Copa America sono tornato qualche giorno prima dalle ferie per l’infortunio di Taremi e ho avuto qualche difficoltà: il corpo a volte ti presenta il conto. Adesso però sto meglio".

Si sente mai un robot?
"A volte sì, a volte no: riposare mi piace po- co, ma a volte le gambe non rispondono, a volte è la testa che non va. Le due cose devono essere collegate e bisogna essere bravi a gestirsi. L’importante, anche quando le cose non riescono come vuoi tu, è dare sempre il 100 per cento. Questa è una cosa che mi porto dentro e cerco di trasmetterla alla squadra da capitano".

Forse non conosce la regola del ketchup di cui parlava Higuain: come la salsa, quando scuoti la bottiglia, i gol escono tutti all’improvviso.
"Spero sia così. Del resto mi è già successo. L’importante è stare tranquilli e lavorare nel modo giusto. Sempre".

A gennaio scorso in Arabia lei disse che si divertiva nell’Inter «come da ragazzo al campo con gli amici». Si può dire che il divertimento è appena iniziato con la vittoria di Roma sulla Lazio?
"Sì, può essere. Quello è stato un segnale importante e dobbiamo continuare a lavorare sull’intensità. Anche perché il campionato quest’anno è ancora più difficile ed equilibrato. Quando ho detto quelle cose, la squadra si divertiva in campo e si vedeva. E forse finora abbiamo dato la sensazione di divertici un po’ meno. Ma sappiamo sempre cosa fare, come trovare il compagno: Inzaghi ci lascia libertà di esprimerci al massimo".

Che spiegazioni si è dato per il settimo posto al Pallone d’oro?
"Ci sono vari aspetti, ma credo di aver fatto un anno importante, non solo perché sono stato capocannoniere in Copa America e in serie A, ma anche per il modo di giocare".

Si sente sottovalutato?
"A volte sì. Però i trofei di squadra hanno un peso diverso".

Visto che Thuram ci ha detto che lei sorride poco, non è che lui dovrebbe essere più cattivo?
"Forse sì, ma ognuno è fatto a modo suo e io ho lo sguardo cattivo già il giorno prima della partita. L’importante è essere sempre concentrati, soprattutto quando le cose vanno male. E questo Inzaghi lo sa gestire benissimo".

Bastoni e Mkhitaryan votano per un’altra finale di Champions, Thuram sogna un altro scudetto. Ma tanto è il capitano che decide, no?
"E io voglio tutto. Quando inizi a vincere, non ti vuoi fermare perché sai quanto è bello essere ripagati del lavoro fatto. E questa mentalità voglio trasmetterla anche nelle partitelle. Ho avuto la fortuna di vincere il Mondiale e pensavo che non ci fosse più niente dopo: ma c’è tanto altro".

Anche Inzaghi è sottovalutato?
"Secondo me sì. Il suo segreto è che continua a volte a pensare come un calciatore, quindi ci capisce tantissimo e vive le cose come noi. Per me poi la fortuna è doppia, perché lui è stato attaccante e quindi mi lascia la testa libera e il sorriso. Sono cose molto positive. Io con Conte ho imparato tantissimo e lo ringrazio. Con Inzaghi sento di essere cresciuto a livello altissimo".

Il fatto che Conte sia uno dei principali avversari è uno stimolo o una preoccupazione?
"Nessuna delle due. Sappiamo che il Napoli è forte, come del resto altre avversarie. E noi facciamo il nostro cammino: secondo me è la strada giusta e ci porterà grandi cose".

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