Lazaro: "Newcastle, è cambiato tutto dopo il lockdown. Gladbach? Volevo la Champions, sono davvero felice qui"
In prestito al Borussia Mönchengladbach dallo scorso 20 agosto, Valentino Lazaro spiega in esclusiva al Chronicle Live i motivi per cui la sua liaison sportiva con il Newcastle non si è tradotta nel riscatto a titolo definitivo: "Penso che non sia un segreto che sarei potuto andare in un paio di club che giocavano in Champions League anche a gennaio, ma ho deciso di andare al Newcastle perché volevo giocare in Premier League - le parole dell'austriaco -. Volevo giocare per almeno sei mesi in vista di Euro 2020 e sentivo che Steve Bruce (manager dei Magpies ndr) mi voleva e aveva bisogno di me, ed ero davvero entusiasta di giocare lì. Mi ci sono volute una o due partite, ma poi ho ripreso velocemente la forma e mi sono sentito molto a mio agio riuscendo anche a segnare il primo gol. Stava davvero andando bene per me e poi tutti sanno cosa è successo con il Covid-19 e il lockdown. Dopo di che, purtroppo, è cambiato tutto".
Prima della sospensione del calcio a marzo, Lazaro aveva giocato in media 65 minuti a partita nelle sue prime cinque presenze con gli inglesi, arrivando a essere eletto dal suo allenatore come il "miglior giocatore" in campo contro il Crystal Palace a Selhurst Park: "Non ho mai davvero avuto un faccia a faccia con lui, mi è sempre stato detto di continuare ad allenarmi e di continuare a giocare bene. Non sono il tipo di giocatore che inizia a lamentarsi o dice: 'Perché l'allenatore non mi sta facendo giocare?' Ho sempre sostenuto la squadra, continuando ad allenarmi; ero concentrato sugli obiettivi che avevamo e non ho mai avuto un colloquio o cose del genere. Ho solo cercato di mettermi alla prova in allenamento e nelle partite in cui sono entrato in campo. Ogni minuto ho cercato di dimostrare. Ho apprezzato l'esperienza che ho fatto là. E' stato un po' triste dopo la pausa non poter giocare davanti ai tifosi perché hanno sostenuto me e la squadra come dei matti per tutto il tempo. Mi sentivo bene là e mi sarebbe piaciuto giocare di più e mostrarmi di più perché so che avrei potuto mostrare alla Premier League e ai tifosi cosa posso fare. A un certo punto era chiaro che dovessi fare un altro passo".
Nelle poche occasioni avute a disposizione, il laterale di proprietà dell'Inter è riuscito a lasciare il segno: "Contro il Bournemouth è stata una partita speciale per me perché ho segnato il mio primo gol in Premier League. In questo tipo di gare ho dimostrato cosa sono in grado di fare. Ricordo che ero un po' arrabbiato perché ero in panchina e quando ho segnato quel gol l'ho mostrato nella mia esultanza. Avevo letto alcuni articoli in cui si diceva che non stavo convincendo Steve Bruce, quindi ho messo il dito davanti alle labbra dicendo a tutti di tacere. È stata una bella sensazione per me. Mi sarebbe piaciuto fare di più".
Ora un nuovo capitolo della sua giovane carriera, il Gladbach: ""Di solito mi pongo obiettivi in termini di gol e assist, ma dopo aver subito questo infortunio poco prima dell'inizio della stagione mi sono detto: 'Fisserò quegli obiettivi non appena sarò completamente in forma e tornerò in gruppo'. Mi piacerebbe costruire sulla stagione di successo che la squadra ha avuto l'anno scorso, essere ai verticie e provare a fare bene in ogni competizione a cui partecipiamo. Volevo giocare di nuovo in una squadra di Champions League. Conoscevo già alcuni giocatori da molto tempo - avevo giocato con alcuni di loro durante il mio periodo in Austria - e conoscevo l'allenatore, Marco Rose, e alcuni del personale. L'intera squadra ha voluto ingaggiarmi per un certo periodo, quindi sono davvero felice di essere arrivato qui".
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