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Madrid '10, il racconto di due leggende. JZ: "Indimenticabile, scritta la storia". Oriali: "Mou, l'abbraccio e il suo addio..."

di Francesco Fontana
Fonte: Canale 5

Terzo appuntamento con 'Heroes - Lo sport nel cuore', il programma ideato dalla redazione SportMediaset dedicato alla Champions League, che nella puntata odierna riserva spazio anche all'ex attaccante di Inter e Milan Hernan Jorge Crespo. Oltre a Valdanito, microfono a due 'bandiere' della storia nerazzurra, due leggende come Javier Adelmar Zanetti e Gabriele Oriali, che raccontano la finale di Madrid del 2010, quella vinta contro il Bayern Monaco per 2-0 con la doppietta di Diego Milito. Parola, quindi, al vicepresidente dell'Inter e all'attuale team manager della Nazionale italiana.

Lo storico numero 4 ricorda: "Quella è stata una serata fantastica per tutti gli interisti. Non la dimenticherò mai, anche perché è stata la partita numero 700 con l'Inter. L'aver alzato quella coppa prestigiosa è stato uno dei momenti più belli della mia carriera. Mourinho? Mi disse che sarebbe andato via, e la cosa mi dispiaceva. Non era facile giocare sapendo già la sua decisione. Quando entrammo in campo per il riscaldamento vidi la nostra curva piena di tifosi, e dentro di me pensai che non avremmo potuto perdere quella partita. Negli spogliatoi caricai i miei compagni, quello era il momento giusto per scrivere la storia della nostra società. Dopo il secondo gol pensai che era finita, già piangevo quando l'arbitro diede il recupero. Dissi a Samuel che era fatta, ma lui mi guardò con il suo tipico sguardo (ride, ndr). Il nostro gruppo, insieme a José, rimarrà per sempre nel cuore di tutti i tifosi nerazzurri. Ricordo che presi la coppa e iniziai a parlarle: 'Ti ho inseguita per tanto tempo'. Finalmente era con me".

'Palla' a Lele: "Mourinho disse anche a me che quella sarebbe stata la sua ultima stagione a Milano, ma aggiunse che avremmo vinto tutto: campionato, Coppa Italia e Champions League. E infatti fu così. Ricordo che non volle l'allenamento della vigilia, prima del match contro il Bayern Monaco. Non capivo se era una scelta scaramantica o meno, perché prese la medesima decisione anche contro il Barcellona e il CSKA Mosca. Quella di Madrid fu la serata perfetta, e riuscimmo a scrivere una pagina importantissima, sia per noi che per l'intero calcio italiano. Al termine della partita abbracciai Mourinho, ma fu un gesto istintivo, naturale. Non voluto".


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