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Manaj: "Miha voleva farmi esordire con la Sampdoria. Sconfitte come quelle di ieri provocano rabbia, ma è il calcio"

di Gianluca Scudieri

Nell’appuntamento settimanale negli studi di Inter Channel per la trasmissione ‘Inter Nos’ si sottopone alle domande dei telespettatori della televisione tematica nerazzurra Rey Manaj, fresco vincitore della Tim Cup Primavera e proprio da qui si parte nella chiacchierata con i fan: "Sono stato molto contento soprattutto per gli altri ragazzi della Primavera che per tutto l'anno hanno coltivato questo obiettivo. Felice per il gol, ma anche per i compagni, l'allenatore e tutto l’ambiente. Non c’è molta differenza su chi batti in finale, ma l’importante e che batti qualcuno per alzare questo trofeo. E’ difficile giocare con chi non conosci, come si è visto contro il Cagliari, poi nelle altre gare ho capito che se gioco con la Primavera devo scendere per fare la differenza, anche perché se no poi Mancini mi tira le orecchie (ride, ndr)".

L’albanese classe 1997 ricorda l'emozione dell'esordio in maglia nerazzurra: "Per un calciatore l'esordio in Serie A è speciale, ma non era la mia prima partita in assoluto quindi ero emozionato ma, diciamo, al punto giusto. Per me non è importante solo giocare, ma la cosa che conta è segnare. Ho avuto la fortuna di trovare un gruppo di persone molto buone con me, prima che di buoni calciatori, l'ideale per crescere. Tra i compagni un grande amico è Medel, siamo stati in ritiro insieme, poi abbiamo cominciato ad andare qualche volta a cena con le rispettive ragazze e da lì è nata l’amicizia. Lo rispetto tantissimo, mi fa da fratello maggiore. Ha iniziato a darmi consigli e a richiamarmi quando sbaglio, come fanno anche altri giocatori e tutto questo non può che farmi piacere. E’ vero che in gruppo mi guardano con molta attenzione e mi coccolano un po’, ma farò lo stesso a mia volta quando sarò io l’anziano. I consigli me li danno sia dentro che fuori dal campo, Palacio e Jovetic mi parlano spesso dei movimenti da fare e io lo apprezzo moltissimo. Mancini? Io lo rispetto moltissimo perché mi ha fatto giocare 5/6 partite e mi aiuta moltissimo, lo ringrazierò sempre per quello che fa con me".

Parlando di sé come giocatore, poi, Manaj afferma: “Arrivo in Italia da piccolino e gioco al Piacenza, mi ricorderò sempre di questa mia esperienza per la bellezza del gruppo e dello staff. Tuttora ci sentiamo per vederci. Poi andai alla Cremonese dopo il fallimento del Piacenza. Dopo una parentesi alla Primavera della Samp sono tornato per giocare in prima squadra a Cremona. Qui ho incontrato tante persone che mi volevano bene a partire da Simoni fino a tutti quanti i componenti dello staff, mi auguro che tornino in Serie B perché sono davvero una bellissima società. Anche alla Sampdoria mi sono allenato insieme a Mihajlovic e anche lui mi aveva preso in considerazione per farmi esordire in Serie A, a prescindere dall’età che avessi a quel momento. Nella mia carriera ho sempre avuto allenatori bravissimi a cui voglio davvero tanto bene e a cui devo tantissimo. Da lì ho fatto tanta strada e devo migliorare in tante cose, soprattutto nei movimenti. E nel colpo di testa, lì devo migliorare veramente tanto perché ho sempre fatto pochi gol di testa. I difensori più forti contro cui abbia giocato? Quelli dell'Inter".

L'attaccante svela anche un retroscena sul primo approccio con l'Inter: "Ero molto contento, c'erano anche altre squadre interessate, ma io fin da piccolo sono sempre stato interista e quindi ho detto alla famiglia e al mio procuratore che durante la stagione non volevo sapere niente a livello di voci di mercato per concentrarmi sulla Cremonese. Quando a giugno ho saputo che c'era la possibilità di venire all'Inter non ho avuto dubbi nella scelta tra i nerazzurri e la Juventus".

Si parla anche del prossimo Europeo in Francia a cui parteciperà per la prima volta anche l’Albania: “Sicuramente andarci è un mio grande obiettivo, spero di poter realizzare questo traguardo. Con la maglia della mia nazionale ho segnato all’esordio dopo soli 12 secondi, è una cosa di cui vado fiero. Quel giorno appena arrivato al campo venne da me De Biasi dicendomi che avrei esordito e io gli risposi che avrei anche segnato. Adesso spero di segnare nelle gare dell’Europeo però. Questa competizione mi stuzzica perché la nostra nazionale non aveva mai centrato tale traguardo e ci arriviamo con un buon gruppo. Non vedo l’ora di giocarla”.

Curiosità finale su chi sia il giocatore a cui si ispira di più e sulla prossima gara: “Non ho mai avuto un idolo, ma come giocatore mi piace tantissimo Ibrahimovic. Adesso pensiamo gara per gara senza guardare gli altri, poi alla fine speriamo di arrivare terzi. Risultati come quelli di ieri danno rabbia, ma anche questo è il calcio. Abbiamo vinto giocando male e ci sta perdere giocando bene". 


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