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Mancini: "Terzo posto? Crediamoci. La mia prima Inter, quanti ricordi..."

di Mattia Zangari
Fonte: Inter.it

"Sicuramente c'è soddisfazione per essere tornato qui, per l'affetto nei confronti dell'Inter e di quello che abbiamo fatto tanti anni fa". È questa la premessa di Roberto Mancini nell'intervista realizzata con Roberto Scarpini per Inter Channel. Una chiacchierata che parte dai successi del passato: "Ricordo ancora la prima coppa Italia vinta contro la Roma e rircordo che in quegli anni la sfida con i giallorossi era diventata una grande classica del calcio italiano. In campionato arrivammo terzi con tanti pareggi, ma come sosteneva Boskov è meglio pareggiare che perdere. Poi abbiamo vinto la Supercoppa in casa della Juventus e da quel momento la squadra è cresciuta esponenzialmente. Riuscire a vincere qualcosa ogni anno è fondamentale per costruire una mentalità importante. Avevamo giocatori bravi e di carattere. Lo scudetto dei record? Con il tempo abbiamo trovato una maturità straordinaria, in entrambe le fasi. Si capiva che la nostra era una squadra nettamente superiore alle altre. Avevamo giocatori di carattere, poi giocavamo bene: in quegli anni arrivarono dei big che diedero gran coraggio ai giovani. L’esultanza dopo la rimonta con la Samp? Mi ricordo un po', c’era un nostro amico (ride ndr). Qual è il mio successo preferito? Tutti, non ce n'è uno in particolare. Lo scudetto vinto a Parma è stato sicuramente più emozionante di altri, perchè abbiamo vinto all'ultima giornata, ma tutte le vittorie sono state belle"

Capitolo Europa. "Una squadra diventa competitiva poco alla volta in campo continentale. C'è da capire che in una partita secca devi avere tante componenti a tuo favore per fare bene. Secondo me noi non eravamo prontissimi, nonostante eravamo migliorati molto in campionato. Le parole in conferenza nel post Inter-Liverpool? Furono cose sentite ed era giusto dirle per tanti motivi: bisogna assumersi le proprie responsabilità". 

Dopo i trionfi in nerazzurro, l'esperienza a Manchester con il City: "Avevamo delle buone possibilità economiche, quindi era più semplice (sorride, ndr). Ma arrivare in un campionato che non si conosce e costruire in tempi brevi una squadra vincente non è facile. Siamo stati bravi e fortunati. Abbiamo scelto giocatori che hanno cambiato la storia della Premier League e di Manchester, riportando il City alla vittoria dopo quarant'anni senza successi. È stata una bella avventura".

Poi la proposta del Galatasaray: "Sono stato benissimo in Turchia, ho trovato delle persone splendide e giocatori bravissimi. Abbiamo vinto la coppa e, pur partendo dal nono posto, siamo arrivati secondi in campionato, centrando l'accesso diretto alla Champions League. È stato un anno molto positivo. Addio? Parlai con il presidente dopo il campionato e mi disse che c'erano delle difficoltà, e quindi mi è sembrato giusto chiudere in buoni rapporti. Le esperienze all'estero ti aprono la mente. Soprattutto in Inghilterra si vive il calcio in maniera diversa, per la gente è un grande divertimento, indipendentemente dai risultati".

Si torna quindi a parlare di Inter e, quando gli viene chiesto quale sia il giocatore più rappresentativo dei suoi anni in nerazzurro, Mancini risponde così: "Sarei in difficoltà nel fare un nome, ne potrei dire tanti. Senza mancare di rispetto a tutti gli altri, posso nominare Javier (Zanetti, ndr) perchè ha fatto la storia dell'Inter, vincendo tutto. Con me ha giocato in diversi ruoli, facendo sempre bene, da terzino o da centrocampista".

In chiusura occhi sul presente e sull'immediato futuro: "Mi ha fatto molto piacere arrivare qui e sentire l'affetto dei tifosi. Adesso sta a me cercare di farmi capire in fretta dalla squadra, in modo da avere delle soddisfazioni. Ci sarà da lavorare, ma siamo sulla buona strada. Terzo posto? Bisogna innanzitutto crederci, altrimenti è inutile. Sarà difficile, ma bisogna sempre avere fiducia nelle proprie potenzialità. Toccherà a noi provarci, con il campionato o con l'Europa League".


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