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Materazzi: "Questa Inter gioca meglio di quella del Triplete. Thiago Motta? Un giorno potrà prendere il posto di Inzaghi"

di Stefano Bertocchi

"La capolista se n’è andata definitivamente? Io non ho mai avuto dubbi che se ne andasse... Ero sicuro dall’inizio: troppa qualità e convinzione dopo Istanbul, una netta superiorità". Parola di Marco Materazzi, intervistato da La Gazzetta dello Sport nel giorno di Bologna-Inter per analizzare la grande stagione della squadra di Inzaghi: "Toccando ferro, per la seconda stella la strada è tracciata, mentre per la Champions è tutto più complicato e imprevedibile. Ma l’Inter è diventata una macchina, può provarci con chiunque senza paura. I giocatori e Inzaghi hanno trovato la chiave, e il bello è che l’hanno trovata... insieme".

In che senso?
"Nel senso che sono diventati una famiglia, come eravamo e siamo ancora noi del Triplete: anche ora in Georgia il tempo per noi non sembrava essere passato. Pure nell’Inter di adesso tutti sono felici per il gol di un singolo, come quando si è sbloccato Arnautovic e la panchina è saltata: non era scontato, era sincero. Da queste cose si capisce che tutto funziona".

Arna è l’anello di collegamento tra la sua e questa Inter.
"Da noi era un bambino con cui scherzavamo per farlo crescere. Ora è un uomo e un grande giocatore che non ha nulla da dimostrare. Quando l’ho visto d’estate gli ho detto solo “stai tranquillo” e lui mi ha sorriso. Gli infortuni lo hanno frenato, ma non entra mai con il broncio, anzi ha l’atteggiamento giusto. Certo, davanti ha due mostri, però ha capito il ruolo e ora arriva la “sua” partita contro il Bologna".

La sentirà anche Thiago Motta, altro suo ex compagno.
"Thiago è concreto senza inutili bollicine, intelligente, preparato. Poteva prendere in corsa il Psg, lì aveva la strada spianata ma ha voluto farsi le ossa a Genova, Spezia e ora a Bologna: si è costruito passo dopo passo e ha evitato salti nel buio, come il Napoli post-scudetto. Anche questo fa capire che testa abbia, il suo Bologna è forte come lui. Spero che non vada in una grande d’estate e resti lì in Emilia per un po’, così noi continuiamo a vincere con Inzaghi e poi un giorno, chissà quando, potrà essere lui a prendere il posto di Simone".

Ma questa squadra può “insidiare” la vostra del Triplete?
"Dico onestamente che giocano meglio loro di noi. È proprio un piacere seguirli: il merito va dato a Inzaghi che ha capito come non disperdere il talento. Basta far stare bene insieme dei giocatori forti per ottenere risultati, anche senza inventarti chissà cosa. E poi bravissimi i dirigenti che ne hanno sbagliate davvero poche in questi anni. Da Mkhitaryan a Barella, sapevano che lì c’erano radici solide, appartenenza, serietà. Così hanno costruito questa squadra che sembra perfetta".

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