Mazzarri: "Chiedevo Lamela, L. Gustavo, Kolarov e Rolando, con me un mercato completamente diverso. La società..."
Intervenuto in collegamento dall'Inghilterra con 'Tiki Taka' su Italia 1, Walter Mazzarri, tecnico del Watford ottavo in classifica di Premier League, ha avuto modo di togliersi altri sassolini dalla scarpe in merito alla sua esperienza all'Inter, terminata con l'esonero nel novembre 2014: "Errori miei in comunicazione? Ho un'idea, solo che è meglio che non la esprima completamente. Nel mio primo anno c'è stato un cambio societario non normale, c'è stato tanto da fare. La nuova società alcune volte non ha protetto le scelte dell'allenatore, così mi sono ritrovato alcune situazioni addoso. Non potevo dire tutto apertamente perché dovevo proteggere la società, probabilmente con la stampa si è creato qualche equivoco, ma è un discorso profondo di cui preferirei non parlare più. Non è perché si ha la maglia nerazzurra che si deve vincere per forza, ma bisogna invece fare una valutazione della rosa. Ai miei tempi non si aveva ben chiaro questa cosa, il tempo ha fatto capire alla gente un po' tutto".
Poi sulla situazione creatasi con Frank De Boer: "Questo è uno di quei casi in cui non si può parlare dall'esterno, non sappiamo cosa si sono detti De Boer e chi l'ha contattato la prima volta. A volte è la chiarezza che manca, sugli obiettivi, sulla squadra che si prende e su quella che sarà. Lì la verità la sanno solo loro. Può essere che De Boer aveva detto di arrivare terzo e ha sbagliato le valutazioni, oppure il contrario, non si può dire". Tornando agli acquisti fatti dall'Inter negli anni successivi al suo esonero: "Se vedete la campagna acquisti nel dopo Mazzarri, lì è stato fatto mercato e c'erano potenzialità importanti. La campagna acquisti la fanno il direttore sportivo e l'allenatore, a volte si prendono giocatori che sulla carta sono buoni, ma poi arriva un altro allenatore che fa un altro gioco e qui nasce l'equivoco".
Un nome di un giocatore che aveva chiesto: "Ne avevo chiesti tanti... Penso a Kolarov, Luiz Gustavo, anche Rolando che nell'anno del quinto posto non si poteva riscattare: con me è stato fatto un mercato completamente diverso. Avevo chiesto anche Lamela, ma questi giocatori non si potevano prendere in quel periodo. Quando si va in una società forse non bisogna essere troppo signori, ma dire che bisogna prendere otto giocatori altrimenti si è da sesto posto. Quando un allenatore firma, però, poi non può dire tutto apertamente".