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Milito e il flop azzurro: "Non ci sono più partite vinte in partenza. E Prandelli..."

di Christian Liotta

Il fiasco nerazzurro in Brasile fa riflettere anche Diego Milito. In qualità di ambasciatore della Sony, uno degli sponsor del Mondiale, l'ex attaccante dell'Inter analizza l'eliminazione degli azzurri dando la sua versione dei fatti, partendo dalle dimissioni di Cesare Prandelli: "E' duro spiegare perché un allenatore si dimette dopo la fine di una partita. Ma è chiaro che tante cose passano in mente dopo un brutto risultato. Evidentemente, l'Italia si aspettava molto dalla sua Nazionale; e tanti giocatori erano convinti di arrivare fino in fondo al torneo. Del resto, anche Gianluigi Buffon aveva detto che con una squadra così non andare lontano era come fallire. E questo, forse, ha portato il ct a dimettersi. Con l'Uruguay ho visto una partita equilibrata, specie nel secondo tempo fino all'espulsione di Claudio Marchisio. Dopo quell'episodio, l'Uruguay ha fatto di tutto per segnare riuscendoci con Diego Godin. E avrebbero potuto fare ancora più gol in contropiede".

Milito, poi, manda un messaggio all'Italia come alle altre Nazionali di grosso calibro già eliminate: "In un Mondiale ci sono tante sorprese, ormai il livello complessivo è alto. Per chi è coinvolto nel mondo del calcio come me, è normale pensare che non ci siano più partite facili o avversari comodi. Ormai il calcio è livellato, queste piccole squadre, poco conosciute e non molto competitive, giocano sempre a viso aperto contro i giganti. Non ci sono più partite vinte in partenza, magari accadeva qualche anno fa come quando l'Argentina batté 5-0 la Giamaica. Oggi ogni allenatore deve studiare bene il suo avversario, sia questo l'Argentina o l'Iran. E Alejandro Sabella, ct dell'Argentina, lo fa. Ed è riuscito a costruire una squadra in grado di distruggere l'avversario in fase offensiva". 

 


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