Miranda: "L'Inter è casa mia e anche senza UCL non la lascio. Olimpiadi e Copa, Simeone qui a Milano e Mou..."
Tra presente e futuro in nerazzurro, con l'obiettivo di riportare l'Inter al livello che le spetta, e un'estate che si preannuncia a tinte verdeoro, Joao Miranda si confessa ai microfoni del sito brasiliano GloboEsporte.com, partendo proprio da una possibile doppia convocazione in Copa America e alle Olimpiadi di Rio. "Mi piacerebbe giocare sia la Copa America che le Olimpiadi, ma l'Inter non ha l'obbligo di liberarmi per i Giochi. Ma se dovessi essere chiamato, mi piacerebbe rappresentare il mio Paese in una competizione importante che non ha mai vinto. In quel momento prevale il desiderio del giocatore. Dunga non mi ha detto nulla, ma io sono uno che cerca di ripagare tutti quelli che ripongono la loro fiducia in me e dare sempre il mio meglio".
Ma se dovesse scegliere una competizione fra le due? "Sarebbe difficile decidere per me, ma la Seleçao si sta trovando in un momento complicato e credo che la Copa America potrebbe dare la spinta per risalire. Opterei per la Copa America per provare a cambiare l'ambiente, perché con una vittoria le cose tornerebbero alla normalità".
Capitolo Inter per Miranda che traccia un bilancio della sua prima stagione a Milano. "Per me è stato un anno positivo. Sebbene sia passato in un campionato diverso sono riuscito a mantenere un livello molto alto, e per me questo è stato un bene. L'Inter ha preso tanti nuovi giocatori ed è normale in questo caso avere degli alti e bassi in un campionato. Io credo ancora nella possibilità di raggiungere un posto per la Champions, siamo sulla strada giusta. È un gruppo forte, sono certo che quando avremo anche la continuità potremo batterci contro qualsiasi squadra in Europa".
Sul motivo dietro alla scelta di lasciare l'Atletico: "Avevo bisogno di un cambiamento. Tutto quello che ho vissuto all'Atletico è stato bello. È stata una tappa vittoriosa, ma volevo fare un salto, cercare altre coinquiste, e l'Inter mi ha aperto le porte per provarci. La reputo una sfida. L'Inter è uno dei più grandi club in Europa e io sono uno a cui piacciono le sfide. Quando sono arrivato all'Atletico il club non stava passando un buon momento. Ho accettato e ho lasciato l'Atletico in condizioni migliori di quando sono arrivato. Voglio far sì che l'Inter torni a essere il club che è sempre stato, un club che gioca la Champions e che lotta per titoli importanti".
Si parla delle differenze fra Liga e Serie A. "Qui è più difficile vincere una partita. In Spagna, quando giochi in una grande squadra sei sicuro di vincere la partita. Qui invece è più complicato, perché più italiani ci sono in una squadra più difficile è batterla. Gli italiani tatticamente sono molto obbedienti e ben organizzati. Se Ronaldo e Messi riuscirebbero a segnare 40 gol qui in Italia? Sono giocatori al di sopra della media, sicuramente farebbero molti gol in qualunque campionato. Ma qui in Italia non riuscirebbero a trovarsi facilmente sotto porta come in Spagna, perché tatticamente qui le squadre sono migliori".
Un pensiero poi su Simeone che si è candidato per un futuro sulla panchina nerazzurra. Miranda come la pensa? "Oggi lo vedo come un allenatore dell'Atletico Madrid. L'Atletico è ben messo come allenatore e lo stesso l'Inter (con Mancini, ndr). Sono due tecnici diversi, Simeone è felice a Madrid e penso che vi rimarrà per molti anni. Simeone è uno che punta a tirare fuori il massimo dai suoi giocatori ogni giorno. Esige il massimo da ognuno dentro il campo e i giocatori toccano sempre i massimi livelli. Ha avuto un'esperienza qui in Italia e poiché gli italiani sono molti forti tatticamente, lui mi ha passato molto di ciò che ha imparato qui. Se parliamo ancora? Molto poco, perché ho cercato di slegarmi un po' dall'Atletico. Devo vivere l'Inter, l'Inter è casa mia, il mio club e devo dedicarmi al mio presente".
L'unico gol con la maglia dell'Inter l'ha messo a segno davanti agli occhi di José Mourinho, presente in tribuna a San Siro nella vittoria per 3-1 contro la Samp. E si dice che il tecnico portoghese l'abbia osservato per il suo futuro club. "Sono felice che abbia apprezzato il mio gioco. Mourinho è un vincente, ovunque è andato ha vinto, perciò merita il mio rispetto. Ma il pensiero è finire bene questa stagione e conquistare titoli con questa maglia". Anche in caso di mancata qualificazione all'Europa delle grandi. "Se penso di lasciare l'Inter senza la Champions? Credo di no, ci sono molte speculazioni. Il mio pensiero è dare il mio meglio, far sì che l'Inter torni a giocare la Champions, se non accadrà stavolta sarà sicuramente per l'anno prossimo, ma non penso in questo momento a cambiare club".