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Motta: "Inter prima è merito di Mancini. Scudetto, perché no? Con Ranocchia..."

di Daniele Alfieri

Lunga e interessante intervista concessa da Thiago Motta ai microfoni del Corriere dello Sport. L'italo-brasiliano che ha lasciato l'Inter nel gennaio del 2012 e impegnato questa sera a Doha per sfidare i nerazzurri con il suo PSG ha dato le sue impressioni sulla Serie A, vista da oltre le Alpi: "Bella e mi sembra molto più equilibrata rispetto al passato. La Juventus nelle ultime stagioni era abituata quasi a fare corsa da sola, ma quest’anno è partita male e ha perso tanti punti. Nella parte alta della classifica adesso ci sono 5 squadre in 4 punti e può succedere di tutto".

La favorita per lo scudetto, però, resta la Juve. "Ha vinto 7 partite di fila - spiega Motta - ed è tornata ad avere la fame dei giorni d’oro. Se si è ripresa dopo un inizio così complicato, vuol dire che il gruppo ha ancora grandi motivazioni. Dopo un’annata nella quale sfiori il Triplete, può starci di incappare in una stagione in cui i risultati non arrivano e il rischio di scivolare indietro in classifica senza poi riuscire a risollevarsi c’è. I bianconeri invece hanno avuto la forza di invertire la tendenza negativa e sono a -3 dall’Inter. Sono stati bravi. Dybala è davvero forte. È giovane ed è alla prima esperienza in un top club. Era inevitabile che avesse bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi. Bravo Allegri ad aspettarlo".

Tra le squadre più ammirate anche la Fiorentina. "L’ho vista nella partita che ha perso a Napoli e mi ha davvero impressionato il gioco che Paulo Sousa ha dato alla sua squadra in così poco tempo. Non è in cima per caso e dietro i 35 punti che ha conquistato c’è il lavoro del tecnico e del gruppo. Il Napoli e la Roma? Higuain è davvero forte. Sta segnando con una continuità incredibile e non tradisce mai. Quando hai un attaccante così parti sempre in vantaggio. Noi nell’anno del Triplete avevano Milito che faceva la differenza: Diego è un campione e i suoi gol ci permisero di vincere tutto. Non faccio paragoni tra i due, ma Higuain ha una grande importanza per il Napoli. La Roma ha attraversato un momento difficile, ma credo sia in ripresa. Ha un organico di valore e in fondo è a 4 punti dalla prima".

La 'sua' Inter intanto è al comando. "Ne sono felice perché sono rimasto legato alle mie due squadre italiane (l’Inter e il Genoa, ndr). Mi sembra che i dirigenti nerazzurri abbiano costruito un buon gruppo e che i risultati siano sotto gli occhi di tutti. Merito anche di Mancini, un allenatore che ha le idee chiare e le sa trasmettere. Quanto manca per rivedere un’Inter da scudetto? Difficile dirlo. Di certo adesso i nerazzurri sono in vetta e, se non avessero perso contro la Lazio, avrebbero un vantaggio maggiore rispetto all’attuale. In Italia comunque tradizionalmente il campionato lo vince la formazione che subisce meno reti e l’Inter in questa prima parte di stagione ha vinto diverse gare 1-0".

Mancini è stato criticato proprio per le vittorie sofferte. "Nel calcio - dice l'ex centrocampista nerazzurro - il risultato è la prima cosa. Lo scorso anno l’Inter era arrivata lontanissima dalla Juventus e adesso è davanti: segno che Mancini ha lavorato bene e che tutti remano nella stessa direzione. Per vincere 1-0 ci vogliono grande organizzazione e un gruppo che non molla mai". L'Inter può durare alla fine? "Perché no? Non ha le coppe e questo è un vantaggio, ma, ripeto, occhio alla Juventus: mi sembra sia tornata quella delle ultime stagioni".

E a proposito del suo passato nerazzurro, Motta continua ad avere contatti a Milano? "A volte sento Ranocchia e lo saluterò volentieri in campo prima dell’amichevole. È un bravo ragazzo e un ottimo difensore. Qualche consiglio per il suo futuro? No, non mi permetto. La scelta è sua. Io spero solo che sia felice perché è un amico". Si parla anche di un possibile ritorno in Serie A: "Nel calcio mai dire mai. Ora però sto bene a Parigi e voglio vincere ancora, magari in Europa... Possiamo riuscirci e ci proveremo". 

 


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