Murillo: "Difficile dare un senso alla gara col Toro. Imparo tanto da Miranda, voglio diventare il migliore al mondo"
E’ il turno di Jeison Murillo di sottoporsi alle domande dei tifosi nerazzurri pervenute a Inter Channel per questo appuntamento con Inter Nos. Il difensore colombiano arrivato in estate dal Granada parla ai microfoni della televisione ufficiale dei nerazzurri si dedica ai tifosi interisti partendo dal suo rapporto con la nazionale colombiana: “Giocare con la Nazionale per me è una bellissima cosa, cantare l’inno è una sensazione bellissima e chiudendo gli occhi la vivo in pieno. Per me la Seleccion è una cosa molto importante, come per ogni giocatore. Quando indossi quella maglia senti delle emozioni troppo forti, strane anche perché non sei abituato. E’ stupendo. Sin da bambino volevo arrivare a questo, volevo sfondare nel calcio, me lo sono sempre imposto. Adesso lavoro per essere il migliore al mondo. In Colombia sono chiamato la Muralla, vuol dire molto. Io voglio continuare lavorando come sto facendo per ripagare la fiducia e l’affetto di tutti quanti. Il gol contro il Brasile? E’ una sensazione eccezionale, fare un gol con la tua nazionale contro una squadra che non battevamo da anni, al mio esordio in Copa America è stato qualcosa di fantastico”.
Il trait d’union fra la Colombia e l’Inter è ovviamente Ivan Ramiro Cordoba e il difensore nerazzurro racconta così il suo approdo a Milano, sempre nel segno del difensore storico vice-capitano di mille battaglie: "Quando ho saputo dell’interessamento dell’Inter ero molto felice. Non vedevo l’ora di prendere questa occasione, non si può dire di no ad una squadra come l’Inter. Non mi dispiace essere rimasto sei mesi in più al Granada, perché siamo riusciti a salvarci e grazie a quelle presenze nella fase finale della Liga sono riuscito a guadagnarmi la Copa America, nonostante venissi da un infortunio. Non vedevo l’ora di arrivare all’Inter e quindi ho rinunciato alle vacanze pur di farmi operare ed essere subito a disposizione del mister. Quando arrivi da una squadra con il Granada è normale che non sia conosciuto, ma io mi sono messo in mostra con questa maglia ai tifosi. Quelli nerazzurri sono fantastici, li ho sempre ammirato quando guardavo l’Inter in tv per guardare Cordoba. Ivan era il capitano della Colombia Campione, ci regalò soddisfazioni enormi. Era un idolo per tutti quanti. Io come Cordoba? Mi piacerebbe fare quello che ha fatto lui all’Inter, io intanto devo pensare anno dopo anno per migliorare e poi si vedrà quale sarà il mio futuro. Adesso ho 5 anni di contratto e quindi penso all’Inter, poi si vedrà. Io intanto lavoro per migliorare sempre e dare soddisfazioni a questa squadra. Sicuramente voglio chiudere la mia carriera al Deportivo Cali, ma ancora manca moltissimo e non ci penso a quando mi ritirerò”.
Si ripercorrono, in seguito, quali sono stati gli inizi in Europa di Jeison: "Ho iniziato con il Cadice in Spagna e giocavo per arrivare in Segundo Division e nonostante fossi il più giovane diventai il migliore per rendimento della squadra, dopo di che andai al Las Palmas che mi diede tantissima fiducia. Giocavamo come il Barcellona perché il mister veniva dal loro settore giovanile. Da qui poi il percorso si è diretto verso Granada e la storia la conosciamo tutti. Io credo che nella crescita di un ragazzo sia necessario un percorso graduale. Ognuno di questi allenatori mi ha dato moltissimo, specialmente Sergi Lobera al Las Palmas. Arrivare in Europa così giovane è difficile, ti manca tanto la tua famiglia, ma poi diventa normale perché stai vivendo il tuo sogno e devi proseguire. Certamente iniziare ad ambientarmi partendo dalla Spagna mi ha dato un vantaggio, perché ho potuto dedicarmi solamente al campo senza problemi di lingua”.
Per chiudere il difenosre ex Granada parla del suo rapporto con la squadra, con Mancini e di quello che sarà questo finale di stagione: "Mancini è una persona tranquilla. Rispetto sempre le sue decisioni e imparo molto dai suoi allenamenti. Miranda è una grandissima persona, ha moltissima esperienza e da lui sto imparando moltissimo. Ovviamente devo approfittare di questa occasione per carpire ogni minimo dettaglio per farlo mio. Un altro a cui mi ispiro è Thiago Silva, sebbene abbia giocato al Milan, mi piace molto come gioca. Anche Joao lo sa (ride, ndr). Non c’è un compagno con cui vado più d’accordo, io sto bene insieme a tutti quanti. In camera in ritiro sto con Medel, sin dall’inizio della stagione. Gol contro il Frosinone? Momento molto bello, mi piace sempre fare gol, ma il primo rimarrà sempre nel mio cuore anche per la dedica alla mia ragazza e per l’emozione di aver segnato con questa maglia importante. Sabato li affrontiamo di nuovo, ma sarà difficile. In casa sono molto compatti, ma noi dobbiamo stare attenti e concentrati per non cadere in difficoltà. Il terzo posto non è impossibile, la cosa ci è sfuggita un po’ di mano, ma adesso non dobbiamo abbatterci e rimanere concentrati perché lavorando si può raggiungere tutto. Adesso lavoriamo per finire al meglio questo campionato. Certamente ci arriviamo dopo una gara strana come quella contro il Torino. E' difficile darle un senso, ma nonostante questo bisogna alzare la testa e continuare a lavorare nell’attesa che le cose tornino alla normalità. E’ una gara che ci è sfuggita di mano, queste cose si risolvono lavorando”.
Ultima curiosità riguarda il giocatore più difficile da marcare in Italia: “Higuain, senza dubbio. Quest’anno è stato davvero immarcabile. Mi ha sorpreso moltissimo perché nonostante il fisico riesce a compiere delle cose che non puoi pensare sia in grado di fare".