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Nainggolan: "Mancata maturità, dobbiamo tornare a vincere. Il vero Ninja? Vediamo l'anno prossimo"

di Mattia Todisco

Radja Nainggolan si racconta a Dazn alla vigilia di Inter-Juventus (clicca qui per vedere l'intervista e la partita di domani): "È sempre stata una partita particolare per me perché mi hanno spesso cercato in passato e poi non se n'è fatto niente. Preferisco sfidare le squadre più forti e cercare di vincere contro di loro. È qualcosa che ho sempre avuto in testa - dice il belga - È la squadra da battere da tanti anni. Penso che qualsiasi squadra voglia batterla, per noi è una partita importante per la classifica. Loro hanno già vinto il campionato ma a noi questo cambia poco perché l'importante sarà vincere per centrare il nostro obiettivo".

Il belga ha raccontato anche del suo primo gol in nerazzurro a Bologna, festeggiato con un inchino ai tifosi. "Mi è venuto d'istinto. La gente si aspettava tanto da me. Mi sono infortunato in ritiro e ho saltato la preparazione. Non vedevo l'ora di cominciare. Fare gol all'esordio era un modo per dire 'eccomi, mi sono presentato'. È andata un po' diversamente da come mi aspettavo perché mi sono fatto male dopo altre due partite e ho dovuto ricominciare da capo un'altra volta. Se c'è tempo per il vero Nainggolan? Ormai aspettiamo l'anno prossimo, questo manca poco, per noi l'importante è centrare l'obiettivo perché penso che abbiamo fatto un cammino importante con un po' di difficoltà ed episodi che hanno danneggiato un po' tutti. Spero che non avrò più infortuni e potrò migliorare fisicamente per essere sempre al top e rivedere il miglior Nainggolan".

Il belga analizza quello che non è andato in stagione. "È mancata un po' di maturità, l'ultima partita del girone di Champions bastava vincerla per passare. Quella è stata una delusione grande, poi ci sono stati un paio di risultati negativi, manca un po' la maturità per invertire subito la rotta e riprendersi. Io ho voglia di vincere, anche se sembra strano io non ho mai vinto. Ho sempre voluto vincere qualcosa, per una cosa personale. Adesso anche all'Inter manca da tanto. Sono cose che danno tanto a una piazza come questa. C'è stato il periodo in cui i tifosi erano abituati a vincere, dobbiamo tornare ad essere la squadra che fa parlare di sé a livello mondiale".

Quindi il rapporto con il nuovo capitano, Samir Handanovic. "Un grandissimo professionista, si allena forte, studia tanto. Comunica tanto, dice quello che pensa e mi piace. È molto onesto. Non c'entra chi ha la fascia al braccio, in una squadra tanti elementi dimostrano di essere importanti e vogliono dire la loro, in questa squadra ce ne sono un paio".

Al centrocampista viene chiesto di Nicolò Barella, con cui condivide l'agente Alessandro Beltrami. "Mi piace soprattutto per il modo di giocare, perché dà sempre il massimo. Magari non fa la differenza per gol o assist ma fa giocare meglio gli altri compagni e sono forse le cose più importanti. Io e lui insieme? Perché no. Giocare con i giocatori forti è sempre bello. Io sono arrivato qua e ci sono tanti giocatori forti. Come dicevano tutti i giocatori che stavano magari in Serie B, nelle squadre più forti diventa tutto più semplice. Con lui potrebbe essere una bella lotta in campo, anche insieme".

Quindi il prossimo incrocio al Meazza con l'amico Pjanic. "Non l'ho ancora sentito. L'altro giorno aveva bisogno dei biglietti... Lui è come uno di famiglia, non importa a che ora o che data, lo sento spesso. È una persona importante, siamo sempre stati insieme. È uno che sento volentieri e molto spesso".

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