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Nicolò Zaniolo, dalla bocciatura choc della Fiorentina al blitz dell'Inter. Storia e profilo del "10" di Vecchi

di Redazione FcInterNews

Quattro gol in quattro partite a dicembre, sempre decisivi in termini di punti e, grazie al suo apporto, l’Atalanta non ha preso il largo nel momento di maggior difficoltà di Lombardoni e compagni. È grazie a questo dato che si può bollare come molto positivo l’ultimo periodo di Nicolò Zaniolo, fantasista della Primavera nerazzurra di Stefano Vecchi. Arrivato in estate dalla Virtus Entella, è da considerarsi come il “10” della massima formazione del vivaio nerazzurro. Ragazzo ormai abbastanza noto ai più anche in virtù del fatto di aver già giocato in B con la maglia dei liguri nella scorsa primavera, sta compiendo un percorso di crescita che merita di essere tenuto d’occhio senza alcun dubbio.

FIGLIO D'ARTE - Nicolò Zaniolo nasce a Massa il 2 luglio del 1999, figlio di Alessandra e di Igor. Il padre di mestiere gioca a calcio, è un attaccante. La sua sarà una carriera di discreto livello, anche se non riuscirà mai a coronare il sogno di giocare in Serie A. Ciononostante ci andò abbastanza vicino, perché era una pedina del Messina che conquistò la promozione nella massima serie nel 2003/04 (fu possibile anche grazie ai suoi 6 gol in 39 presenze). Nicolò segue il padre un po’ ovunque, nel corso delle sue avventure professionali. Inoltre, denominatore comune riscontrabile anche nelle storie di molti altri futuri calciatori, gioca a pallone sin da piccolissimo. Prende a calci oggetti dalla forma sferica di ogni tipo, cimentandosi anche nelle prime partitelle con il nonno materno. A cinque anni e mezzo arriva il momento dell’iscrizione a una vera e propria scuola calcio, la Maria Rosa di Salerno. Ma visto il momento familiare molto intenso (in quei mesi era nata la sorellina più piccola, Benedetta), i genitori scelgono di rimandare l’appuntamento coi primi calci ad un pallone vicino a casa.

I PRIMI CALCI VERI - Sarà tra le fila dello Spezia, infatti, che inizierà a giocare a pallone in una vera e propria società, per poi militare nel Canaletto Calcio. Da lì spicca il volo verso una dimensione superiore, perché a intravedere le sue doti ci pensano prima il Genoa (nel 2009) e poi la Fiorentina, che a 11 anni sceglie di metterlo sotto la propria ala protettiva per provare a far di lui un calciatore in erba. La maglia viola e la voglia di emergere lo portano fuori casa, vive in convitto e stabilisce rapporti di amicizia con molti ragazzi coi quali condivide lo stesso sogno. Va anche a scuola a Firenze, ovviamente, ma la voglia di studiare è ben diversa da quella di applicarsi sul campo. Lo studio non è mai stata una grande passione per lui, tanto da decidere di abbandonare la scuola una volta tornato a Chiavari, nell’ambito di una vicenda particolare. A Firenze lo spazio in campo c’è stato quasi sempre, anche se il valore del ragazzo non è servito a evitare qualche periodo di panchina negli anni.

CHOC VIOLA - Un colpo che potrebbe ammazzare un toro, comunque, arriva sulla testa di Nicolò due giorni prima della chiusura del mercato estivo del 2016: la Fiorentina gli comunica che non fa parte del progetto della Primavera e gli propone come alternativa di giocare con Carpi o Cesena. Il procuratore e il padre rifiutano la soluzione, anche perché hanno già avuto dei contatti con l’Entella in passato, tenendosi in caldo l’eventualità della soluzione dei Diavoli Neri. Nicolò si riavvicina così a casa e parte più carico che mai nella sua avventura in biancoazzurro. In terra ligure esplode in modo fantastico, segnando ben 7 gol in meno di un anno e guadagnandosi la Nazionale Under 18. Con il passaggio del tecnico della Primavera Castorina in prima squadra viene utilizzato per ben 7 volte in Serie B, una cosa non da tutti a quell’età. A farlo debuttare, comunque, non era stato il suo già tecnico nel vivaio, ma Roberto Breda in Benevento-Entella dell'11 marzo. L'allenatore milanese, tuttavia, ha avuto l'idea di lanciarlo definitivamente, preferendolo anche a un giocatore più esperto come Tremolada dal 1' in un finale di campionato che avrebbe potuto dare all'Entella chance di playoff (poi svanite in virtù di ben cinque sconfitte consecutive tra aprile e maggio). Da scarto della Fiorentina, quindi, Zaniolo passa a essere un ragazzo con presenze da titolare in B nonostante si trovi ancora nell’ “anno piccolo” della Primavera.

ECCO L'INTER - I radar degli osservatori si accendono su di lui, con l’Inter che la spunta sulla concorrenza per una cifra che oscilla tra 1,5 e 3 milioni e più (per alcune questioni legate ai bonus). Zaniolo sceglie il progetto del settore giovanile forse migliore in Italia per spiccare il volo e crescere in un contesto di squadra assai importante. Dopo il ritiro in prima squadra con Spalletti, il ragazzo è tornato in Primavera con grande disponibilità e voglia di mettersi in mostra, sin dai tornei estivi. Vecchi lo considera quasi fondamentale negli equilibri della sua squadra, vedendolo sia come trequartista alle spalle delle punte o come esterno a partire da sinistra. Quest’ultimo ruolo lo aveva ricoperto con maggior costanza a Firenze, realtà in cui era stato abituato a giocare su entrambe le fasce a seconda delle situazioni.

SOGNI AZZURRI - In Nazionale sta facendo molto bene con l’Under 19 di Nicolato, dopo che a sorpresa fu chiamato addirittura da Vanoli a disputare la Fase Elite dell’Europeo con i ragazzi del ’98, avventura purtroppo finita molto male.Ora Zaniolo ci vuole riprovare vestendo i panni del leader, essendo molto considerato all’interno di una squadra buona che ha diversi elementi in crescita. Cinque gol in 3 gare nel 2017 e 3 gare su 3 vinte nella Prima Fase sono il biglietto da visita in vista dell’Europeo di aprile, che si terrà in Armenia. Ragazzo dotato di una tecnica notevole, a questa associa un fisico da granatiere (187 cm) e la capacità di sapersi disimpegnare, come anticipato, in più ruoli. Bravo anche a disegnare traiettorie interessanti sui calci piazzati e in fase di miglioramento nel gioco arero, ha tutto per poter essere un professionista di alto livello. E la strada, grazie anche al percorso scelto dall'Inter, sembra già tracciata.

Filippo Maggi


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