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Paolillo: "Marotta miglior dirigente del calcio italiano, per l'Inter è il riferimento. Il palazzo? Non è da lui"

di Christian Liotta

Ernesto Paolillo, ex amministratore delegato dell'Inter, parlando per Tutto Mercato Web della sfida di domenica serapone l'accento sulle qualità dell'attuale ad nerazzurro Beppe Marotta, che ha rinnovato con la squadra di Viale della Liberazione fino al 2027: "Dice che la Juventus è favorita? Ripeto quello che dico ogni volta che posso: parliamo del miglior manager del mondo del calcio e in questo caso ha ragione, perché la Juventus è favorita. Anche se per scaramanzia Allegri non lo vuole dire, ha un grosso vantaggio: non gioca per le coppe. E questo non è un vantaggio per la società magari, ma per i giocatori e per l'allenatore sì: giocano meno, hanno più tempo per prepararsi, è un vantaggio incredibile in stagioni dove tutte le competizioni, che francamente sono anche troppe, assorbono molta fatica. Quindi la Juve è avvantaggiata, tanto più che è anche una buona squadr. La Juve costa più dell'Inter? Allora bravissima la dirigenza nerazzurra, va scritto a caratteri cubitali: Marotta ha operato in maniera fantastica, ha fatto non una ma ben tre campagne acquisti, centellinando i rinforzi e andando a prenderli dove costavano meno, scegliendo sempre al meglio. È stato bravissimo, doveva vendere e non comprare: insieme al resto della dirigenza, ha rinforzato sempre la squadra".

Sul match aggiunge: "Io mi aspetto una partita molto aggressiva da parte della Juventus: giocando in casa, vorrà recuperare il divario che ha con l'Inter. Detto questo, mi aspetto anche un'ottima prestazione da parte dell'Inter, perché riuscire a portare a casa un risultato positivo da Torino è sempre una grande impresa, soprattutto è utilissimo se si vuole aspirare allo scudetto. La squadra di Inzaghi ha tutti i numeri per farlo".

La Juve ha la stessa proprietà da un secolo. I giocatori dell'Inter non vedono Zhang da mesi. Può essere un fattore?
"Ormai no, perché tutti nel club hanno capito che il manager di riferimento è Marotta e la via societaria passa da Marotta. Zhang ha abituato la squadra a lunghe assenze, ma c'è la volontà dei giocatori di emergere e di diventare giocatori importanti, c'è una grande molla: con questa squadra e con questo allenatore sono riusciti ad arrivare in finale di Champions, non è poco".

Si aspetta meno veleni che in passato?
"Assolutamente sì, per fortuna col passare degli anni i giocatori che ricordano periodi storici di grande rivalità, anche fuori dal campo, sono sempre meno. I calciatori attuali non si portano dietro il retaggio di storie vissute, pesanti, anche fuori dal campo. Per fortuna c'è meno rivalità aggressiva da quel punto di vista, però sono partite molto sentite dai tifosi e le squadre vogliono far vedere che danno l'anima. Mi auguro che l'arbitro sappia tenere la partita in pugno".

La Juventus ha rinunciato al ricorso su Calciopoli, un segnale distensivo?
"A livello di società, senz'altro. Il problema è a livello di tifoserie, perché hanno una memoria storica e purtroppo queste cose non vengono analizzate soltanto dal punto di vista sportivo nella giusta maniera. Purtroppo ci sono dei retaggi di tifo cattivo, che andrebbero eliminati".

Oggi la narrazione sembra invertita rispetto al passato. La Juve anti-sistema e Marotta alla guida dal Palazzo…
"Non è assolutamente nello stile di Marotta puntare su poteri di palazzo o altro. È solo un manager molto bravo ed estremamente capace, non credo proprio che si possa pensare a questioni di potere. Il Palazzo secondo me invece dovrebbe agire molto meglio e molto di più perché ci sono queste vicende delle scommesse, da parte di alcuni giocatori, che andrebbero viste con maggiore severità. Cattiveria e punite molto di più. Mi pare che si butti tutto troppo presto nel dimenticatoio".

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