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Paolillo: "Meglio fare plusvalenza col portiere, Brozovic è quello da sacrificare. E Correa non è da Inter"

di Egle Patanè

“È normale che i giocatori che si siano messi in luce vengano richiesti" dice Ernesto Paolillo, intervenuto sulle frequenze di TMW Radio, a proposito delle tante offerte su vari giocatore delle big italiane. "È certo che gli scambi, tra cessioni e acquisti, non potranno essere sempre convenienti" prosegue prima di dedicare la sua attenzione all'Inter: "Sia la difesa che l’attacco sono da rifare. L’età media della difesa è altina, quindi non vedo tutto tranquillo e tutto roseo. Non considero Correa un giocatore da Inter e in attacco c’è da fare investimenti importanti". 

Che idea si è fatto dell’addio di Brozovic?
"C’è stata una sommatoria di fattori, dall’età, alla convenienza economica dell’affare, fino alle scelte personali del giocatore quando è andato a curarsi. Se c’è uno da sacrificare a centrocampo, quello è proprio lui, perché credo che non sia il caso di puntare per il futuro sul ragazzo, senza dimenticare il grandissimo apporto dato alla causa".

Vicario per Onana, lo farebbe?
"Vicario è un grande profilo. Meglio fare plusvalenza sul portiere, che è più facile da sostituire rispetto ad altri ruoli dove bisogna trovare degli equilibri".

Inzaghi ha chiesto Milinkovic-Savic, mentre l’Inter sembra voler virare su Frattesi. Prevarrà l’allenatore o la società?
"Io prenderei Frattesi per l’età, la prospettiva, l’ingaggio e per produrre un’ossatura italiana nella squadra, che è motivo di fidelizzazione. Ora come ora Frattesi ha un potenziale di crescita superiore a Milinkovic-Savic. Occhio però a un nuovo caso Bremer: bene fece l’Inter a non superare quel limite che invece fu varcato dalla Juventus. Spero che l’Inter non sia costretta a correre sul filo del rasoio anche quest’anno".

Che futuro prevede per Asllani?
“Mi auguro che Asllani possa essere impiegato più spesso. Mi dicono che abbia un carattere valido e che si sia inserito bene nello spogliatoio”.

Considera la pioggia di milioni dall’Arabia Saudita verso l’Europa come un episodio?
“Non è assolutamente qualcosa di episodico. C’è una rivalità enorme che si sta sviluppando anche sul calcio tra l’Arabia Saudita e il resto del mondo arabo. Vuole svilupparsi sul fronte del turismo virando verso il Mar Rosso dal lato dell’Egitto. Loro vogliono crescere a livello di appeal e di status. L’Arabia Saudita vuole battere gli Emirati e il Qatar per risaltare di più agli occhi dell’opinione pubblica”.


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Domenica 15 dicembre