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Piero Volpi, dal campo allo studio medico: "Facevo coppia con Vierchowod. Da Moratti a Marotta: stagioni bellissime"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Piero Volpi, ex calciatore di Serie A e ormai da anni medico dell'Inter nonché primario di ortopedia all’Humanitas, ha parlato oggi alla Gazzetta dello Sport ripercorrendo i suoi 56 anni nel calcio.

Esordio a Como contro la Roma. Cosa ricorda?
«Tutto. Il mio calcio lo ricordo tutto. Era l’anno dell’apertura agli stranieri. A Roma c’era Falcao. E Bruno Conti, Ancelotti. Abbiamo perso in casa 1-0 e io ho fatto l’autorete. Come posso dimenticare?».

Giocava in coppia con Vierchowod. Che ha sempre detto: Volpi era un libero eccezionale…
«Il mio amico Pietro esagera. Ero un buon libero, i grandi erano altri: Scirea, Krol, Baresi. A Como ho vissuto anni splendidi, era bella quella A».

Poi i momenti Inter. Hanno scritto che Piero Volpi è un alieno: metà calciatore, metà medico. Il calciatore adora Suarez, un gigante dell’Inter. Il medico anni dopo ritroverà Suarez all’Inter…
«Luis era un mito, un calciatore, un uomo meraviglioso. Ho amato la sua Inter, amo le mie Inter. Sotto il camice batte un grande cuore nerazzurro. Ho lavorato qui, ho rifatto altri percorsi, sono ritornato».

Da Moratti a Marotta. Che stagioni sono state? E sono?
«Bellissime. Dirigenti straordinari, enorme spessore umano e professionale. Ho la fortuna di lavorare in un grande staff medico, il nostro lavoro è apprezzato e i risultati si sono visti. Siamo attrezzati per fare cose importanti, gestire tutte le situazioni».

Ha gestito anche il caso del Fenomeno Ronaldo. Come ha vissuto quel calvario?
«Abbiamo sofferto tutti per quel ginocchio. Curare Ronaldo è stato molto pesante, stressante: la tendinopatia ha portato a due operazioni. Avevamo il migliore del mondo fermo per quasi un anno e mezzo, molta ansia per tutti. Ma lui era un fenomeno».

Lo era, nel suo piccolo, anche Recoba. Dicono adesso: poteva diventare un Messi. Perché si è perso?
«Alvaro aveva una struttura eccezionale che pochi conoscono. Aveva doti aerobiche incredibili. E anche fantastiche tecniche, ma era pigro...».

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