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Pirola: "Conte voleva tenermi all'Inter, poi ha cambiato idea. Samuel idolo, esordio in nerazzurro speciale"

di Stefano Bertocchi

"In realtà non avrei dovuto lasciare i nerazzurri, è successo tutto l'ultimo giorno di mercato". Lo racconta Lorenzo Pirola, protagonista di una lunga chiacchierata con Calciomercato.com in cui spiega i motivi che l'hanno portato ad iniziare la nuova avventura al Monza: "Conte voleva tenermi in squadra, ma all'ultimo mi ha detto che per la mia crescita sarebbe stato meglio un percorso fuori dall'Inter. E io ho accettato. Mi volevano il Monza e altri club di Serie B, ma il progetto di questa società mi ha convinto. La chiamata di Galliani per me è stata un grande orgoglio e anche se so che sarà difficile ritagliarmi uno spazio lavorerò sempre al massimo".

Quanto sono stati importanti suo padre e suo nonno per arrivare fino a qui?
"Moltissimo, così come tutta la mia famiglia che mi ha sempre appoggiato nelle scelte e mi ha seguito ovunque fin da piccolo per venirmi a vedere. Mio nonno, tra l'altro, è stato un portiere della Primavera dell'Inter".

Che rapporto ha con suo fratello gemello Carlo?
"Bellissimo, ci confrontiamo su tutto. Ci sentiamo tutti i giorni, soprattutto dopo le nostre partite per analizzarle insieme. Lui ha sempre giocato in porta e oggi è nella Primavera del Torino, io sempre stato difensore; fino a sei anni fa eravamo nella stessa squadra, ma il mio sogno è quello di poter giocare insieme a lui in Serie A".

Vi siete mai affrontati?
"Sì, due anni fa da avversari. Io ero all'Inter e lui all'Atalanta. Ho anche fatto un gol, ma in porta non c'era lui. Il giorno dopo era arrabbiato perché avevano perso, ma almeno non gli ho fatto gol a lui".

Sul Monza:  
"Mi sono ambientato subito bene. Vivo quest'esperienza con serenità, fin dall'inizio mi sono sentito parte integrante del gruppo". 

Chi sono i compagni con i quali ha più rapporto?
"Sono molto legato a Bettella, Colpani e Frattesi. Ma in generale con i ragazzi più giovani, molti sono gli stessi con i quali ci ritroviamo anche in Nazionale".

Che effetto fa marcare Boateng in allenamento?
"Sappiamo tutti che campione è Prince, per me è un orgoglio marcare un giocatore come lui. Anche se non è la prima volta che mi ritrovo a marcare grandi attaccanti, già l'anno scorso in allenamento me la sono vista con Lukaku e Lautaro. Avevo 18 anni appena compiuti, Romelu da vicino faceva impressione".
 

Lei è il giocatore più giovane della rosa, chi è il compagno che le dà più consigli?
"Giocando nel mio stesso ruolo, Bellusci è quello che più di tutti mi dà sempre tanti suggerimenti. Vengo da una difesa a tre e qui si gioca a quattro, in campo è tutta un'altra cosa. Beppe mi dice sempre di lavorare a zona e non pensare solo all'uomo, diversamente da quello che mi chiedeva Conte all'Inter".

Chi era il suo idolo da bambino?
"Nell'Inter del Triplete Walter Samuel, ora studio Sergio Ramos. Sogno un giorno di avere la sua maglia".

Qual è la maglietta alla quale tiene di più?
"Tra le più importanti c'è sicuramente quella di Vertonghen del Tottenham, l'ho presa durante la tournée in Cina con l'Inter. In quella partita ho dovuto marcare un attaccante niente male come Son".

Il 16 luglio scorso l'esordio in Serie A con l'Inter. Si ricorda quel momento in cui è entrato al posto di Candreva?
"Sì benissimo. Ad essere sinceri prima o poi me l'aspettavo di debuttare, perché sono sempre stato aggregato alla prima squadra. Durante quella partita, tra me e me mi sono detto che magari quella sarebbe potuta essere al volta buona visto che stavamo vincendo 4-0. E infatti appena mi ha detto di scaldarmi che sarei entrato io dentro di me ho avuto un mix di tante emozioni. Per me che sono tifoso interista è stato speciale poter esordire con questa squadra".

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