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Ranocchia racconta: "Inter, quando sono arrivato discutevano su dove mettere le patch. Quella maglia era piena"

di Stefano Bertocchi

È Andrea Ranocchia l’ultimo protagonista di ‘Kickoff’, podcast proposto su Spotify dall’Inter. Sono tanti i temi toccati dall’ex difensore nerazzurro durante la lunga chiacchierata, cominciata dalla dolorosa decisione di dire addio al calcio: "La scelta l’ho ponderata in 10 minuti - ammette Frog -. Si sta bene, altrimenti non lo avrei fatto. Ho ancora la caviglia malandata e mi sto rimettendo, per giocare a padel naturalmente (ride, ndr). Mi sto adattando alla nuova vita, tra un po’ prenderò una scelta per il futuro. La decisione di dire addio al calcio l’ho presa praticamente dopo un’ora dal mio infortunio: ho capito subito che era una cosa grave e che la riabilitazione sarebbe stata lunga e faticosa. Mi son detto detto ‘Va bene così, son contento’. Pensavo all’addio già da diverso tempo, però credevo di rinviare tutto a fine anno. Poi l’infortunio ha velocizzato un po’ tutto. Ora, invece, ho acquistato una moto, sono impazzito (ride, ndr)”.

La Top 5 peggiori attaccanti da marcare:
"Ho un ricordo terribile di Miccoli, era un’incubo. Al primo posto metto Milito, era un disastro: se non mi sono infortunato con lui… (ride, ndr). In mezzo ci mettiamo Osimhen, velocissimo. Poi Pippo Inzaghi, complicatissimo in area, e Pazzini, anche lui molto difficile da marcare”.

La Top 5 dei compagni preferiti:
"Ve ne do tre, anche se son tanti. Brozovic e Barella li metto insieme, fanno morire dal ridere. Poi a Brozo lo massacravo sempre, era una presa in giro continua. Padelli perché è il mio grande amico, indiscutibile, e in concomitanza direi anche Berni: ora è a Ibiza e fa lo sciamano, non lo so (ride, ndr). Poi ci mettiamo Jonathan, il Divino: se parliamo di personaggi lui ci sta benissimo. Premesso che tutti i giocatori sono un po’ strani, metterei anche Stankovic e Chivu. Di Deki non avrei mai detto sarebbe diventato un allenatore, però è uno che ha carattere".

La Top 5 dei momenti vissuti all’Inter:
"La vittoria della prima Coppa Italia (2011, ndr), con quella squadra lì e con quella maglia piena di patch: quando sono arrivato all’Inter discutevano su dove metterle perché era piena. Mettiamo anche gli anni terribili perché è un momento di lunga transizione e anche quello è da ricordare. Poi quando è arrivato Spalletti: ricordate il momento in cui mi ha difeso in preparazione da quel tifoso che mi aveva preso di mira? Eccezionale. Eravamo in ritiro, uno mi insultava: Luciano gli è andato incontro e da lì in poi nessuno mi ha più insultato. Bellissimo gesto per me. Poi metto la vittoria del campionato con Conte, ma è stata fantastica anche la vittoria al 120’ contro la Juve in Supercoppa".


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