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Stankovic: "Scudetto, ci proviamo! Mancini? La Premier gli ha fatto bene"

di Christian Liotta

Ai microfoni del quotidiano serbo Sportske Novosti, Dejan Stankovic parla a tutto tondo di sé e dell'Inter di questa stagione, della quale lui è divenuto club manager dopo tantissimi anni vissuti in nerazzurro da giocatore. Nostalgia per il campo e per il gioco? "Ci sarà sempre, però io sono fortunato di essere ancora vicino al terreno di gioco. Vivo con l'Inter, sono in costante contatto con i giocatori e trovo quell'equilibrio che facendo un altro lavoro penso che perderei". Stankovic spiega poi le differenze tra il club manager e il manager all'inglese: "Questo ruolo mi permette di lavorare con l'allenatore, seguo il lavoro, se è necessario intervengo. Sono qui per aiutare Roberto Mancini come mi è stato chiesto, ma non entro nel merito delle scelte tecniche. E' un lavoro interessante, non come l'allenatore ma sicuramente offre prospettive più importanti. L'esperienza da vice di Andrea Stramaccioni a Udine? E' stata una bella esperienza, perché ho capito come il calcio vissuto fuori dal campo sia un mondo completamente diverso da come lo vedi in campo, dal lato del campo vedi tutto con occhi nuovi. Sono felice di aver lavorato in Serie A come allenatore e sono felice ora di quello che faccio nella mia grande Inter".  

Stankovic si accoda al coro di voci sull'obiettivo stagionale: "Puntiamo alla Champions League, pur con tutti i cambiamenti fatti. Lo scudetto? Vediamo, il campionato è lungo e la corsa penso che sarà viva fino all'ultima giornata. Abbiamo perso le ultime due gare in casa contro Lazio e Sassuolo, cose che possono succedere. Ma ci siamo, vogliamo e possiamo arrivare in fondo. Siamo una bella squadra, tecnicamente eccellente e ricca di talento. E Mancini ha inventato qualcosa di nuovo. Cambia sempre formazione così l'allenatore avversario non sa mai chi scenderà in campo, ma anche noi che gli siamo sempre vicini. E sorprende tutti". Chi è l'avversario da temere? "Sempre la Juventus. L'ho detto anche quando hanno avuto quel brutto avvio di campionato. Hanno cambiato 4-5 giocatori, ma ora hanno inanellato nove vittorie di fila e sono di nuovo lì. Non ho paura ma rispetto della Juventus. La Fiorentina gioca un buon calcio con Paulo Sousa, ma con la Lazio ha perso. Il Napoli ha un nuovo allenatore come Maurizio Sarri, sta facendo un ottimo lavoro, il suo gioco è bello ed efficace in casa e fuori, ed è in testa. Se prenderà altri due giocatori a gennaio sarà una seria contendente per il titolo. Un campionato così non avrebbe potuto essere più interessante, con un pasticcio di cinque squadre in pochi punti". 

Com'è il rapporto tra Stankovic e Mancini? "Eravamo compagni di squadra, poi mi ha allenato. La nostra collaborazione continua da anni, il nostro rapporto è fenomenale. E Mancini è maturato molto come allenatore, l'Inghilterra gli ha fatto bene, è tornato in Italia diverso. Si sente l'esperienza vissuta sull'isola, ora ha sempre tutto sotto controllo, non teme più sorprese". Deki parla anche del livello del calcio italiano: "I tempi cambiano, ma c'è la qualità nel rendimento. C'è stato un periodo di crisi, ma poi l'Inter ha vinto la Champions e qualche anno dopo la Juventus è arrivata in finale. Penso che con l'inverno e soprattutto nel prossimo mercato estivo si confermeranno le mie parole e il calcio italiano tornerà a essere nell'elite europea. Col calcio serbo, con tutto il rispetto, non c'è paragone. Ma sono ottimista per il futuro perché la Serbia è un serbatoio inesauribile di grandi talenti". Calcio italiano dove però non è arrivato Marko Grujic, da lui seguito per conto dell'Inter ma poi finito al Liverpool: "Penso che abbia fatto bene a rimanere alla Stella Rossa fino a giugno; è un ottimo giocatore, può chiudere con calma la sua avventura in Serbia e poi andare in Inghilterra. Io stesso firmai con la Lazio a marzo e rimasi alla Stella Rossa fino a giugno". 


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