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Suning e il pallone-volano: il calcio per allargare il business all'Italia

di Christian Liotta

È stato sin da subito uno dei punti cardine di Suning, e per trovare riscontri si può anche addirittura andare indietro fino alle prime settimane in cui la trattativa è stata resa pubblica, quando dal quartier generale di Nanchino si specificò l’interesse per l’Inter affinché portasse anche ad una serie di investimenti reciproci. Perché l’Inter, da quando è finita nelle sapienti mani della famiglia Zhang, ha sì amplificato gli investimenti in termini soprattutto tecnici nel Paese della grande muraglia, come testimonia il recente accordo per Inter Academy con la prestigiosa università Pechino Bayi, da dove arrivano storicamente i rappresentanti principali della classe dirigente e militare del Paese, ma ha aperto a Suning le porte di un nuovo mercato sul quale cominciare a espandersi con il proprio marchio e il proprio modello di business.

In Cina la formula Suning si è sempre rivelata vincente, come testimoniano i dati sempre in crescita nei vari settori; non si contano più, ormai, le partnership e le joint-venture siglate dalla holding (perché ormai definirlo semplice colosso della vendita di elettrodomestici sembra perlomeno riduttivo) in patria, alcune anche con aziende di primissimo livello come China Telecom ed altre che coinvolgono anche la nuova punta di diamante dell’universo Suning, vale a dire l’Inter, come ad esempio quella con l’azienda Tcl che produrrà un quantitativo di televisori con il brand del club nerazzurro. Il tutto in cambio della garanzia di investimenti nel know-how e nelle tecnologie e spazi nei propri store fisici e in quello online, una risorsa divenuta preziosissima.

E una formula che Suning vuole applicare anche nel nostro Paese, preparando il terreno allo sbarco in Italia. Secondo un piano ben definito: l’acquisizione dell’Inter, il processo di creazione di acknowledgement legata al brand, ben presente in tutto quello che riguarda l’universo nerazzurro, dalla pubblicità al rebranding del centro sportivo di Appiano Gentile, tutto ben studiato per portare in Italia non un ufo, ma un nome già presente nell’immaginario collettivo nazionale. E soprattutto, con le collaborazioni strategiche, da attivare sfruttando quel volano sempre formidabile che è il calcio.

Più delle semplici descrizioni, contano i fatti concreti. Come quelli di cui si è fatto testimone Antonio Percassi, il patron dell’Atalanta, che nel corso dell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha rivelato un dettaglio assolutamente non di poco conto spiegando che Steven Zhang in persona ha curato la trattativa per il passaggio al nerazzurro di Milano dal nerazzurro di Bergamo del centrocampista Roberto Gagliardini e che l’affare farà da viatico ad una collaborazione in Cina con Suning. Eccolo, il bingo: Suning non si limita al mero aspetto sportivo ma amplia la propria visione e apre le proprie porte ad una realtà imprenditoriale italiana di primo livello. Perché Percassi, attraverso anche la holding Odissea Srl, vanta interessi di alto livello nel campo del real estate e dell’immobiliare, soprattutto, attenzione, per quel che riguarda i centri commerciali: opere dei Percassi sono outlet come Franciacorta Village e Sicilia Village oppure il maestoso OrioCenter di fronte all’aeroporto di Orio al Serio, un mall gigantesco che non di rado vede gente arrivare addirittura da altri Paesi, come ad esempio dall’Inghilterra, per uno shopping toccata e fuga, grazie alla vicinanza strategica con lo scalo e i voli low-cost. Tra i progetti futuri, oltre alla ristrutturazione delle terme di San Pellegrino, c’è anche la realizzazione del primo centro commerciale del gruppo australiano Westfield in Italia, nella zona di Segrate, che dovrebbe aprire i battenti nel 2019 e che si propone come uno spazio innovativo, un rivoluzionario concetto delle aree di grande distribuzione organizzata.

Suning ha captato le potenzialità dei Percassi e con il gancio di Gagliardini promette di ampliare ulteriormente il raggio d’azione del gruppo bergamasco in Asia, magari garantendo, per così dire, un’opzione sulla costruzione dei primi centri col brand del leoncino nel nostro Paese o di spazi esclusivi nei centri costruiti da Percassi, anche se qui siamo nel campo delle ipotesi. Un modello di business consolidato nel quale Zhang intende coinvolgere anche altre realtà: più volte, ad esempio, si è detto che nelle trattative per l'eventuale arrivo in nerazzurro di Federico Bernardeschi potrebbe essere inserita anche una partnership coi Della Valle, proprietari di un grande brand italiano quale Tod’s. E il fatto che i cinesi siano grandi cultori della moda italiana è un particolare non da poco…

Insomma, Suning è in Italia soprattutto, ma non solo, per tornare a fare grande l’Inter, ma anche per aprire nuovi orizzonti ad un mondo ancora un po’ troppo asfittico come quello del calcio italiano: non solo partnership puramente sportive, magari per guadagnarsi il controllo su qualche ragazzo interessante generando anche situazioni border-line, come abbiamo avuto modo di verificare anche di recente, ma prospettive più di ampio respiro e incentivi ai propri colleghi italiani per creare loro un ponte di accesso nel primo mercato mondiale per ampiezza geografica e capacità di investimenti. Un progetto ambizioso che va sicuramente sostenuto, auspicando che i successi economici possano viaggiare prima possibile di pari passo con quelli sportivi. 


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